La nuova frontiera della medicina si chiama personalizzazione. Nessun paziente, ormai, è disposto a “provare” una terapia sperando che funzioni. Tutti auspicano che una terapia migliori la propria condizione o, magari, porti ad una completa guarigione. Le moderni tecniche diagnostiche stanno guadagnando terreno verso questo obiettivo finale. La tecnica DEPArray, scoperta dalla società Silicon Biosystems, gruppo Menarini, con base a Bologna e a San Diego, ha appena pubblicato un metodo di analisi digitale delle biopsie, che consente di valutare in soluzione anche tessuti derivanti da tumori solidi.

In questo modo si potranno studiare, senza interferenza, sia il genoma che eventuali mutazioni presenti, e scegliere la terapia più efficace per ogni paziente, riducendo al minimo gli effetti collaterali.

La tecnologia DEPArray

E’ il risultato ottenuto grazie al sinergismo tra ingegneria elettronica e biologia. Ancora passi vanti nella diagnosi e terapia dei tumori. Ancora una volta il successo dei ricercatori italiani.

Inizialmente studiata per individuare poche cellule maligne presenti in un campione di sangue, questa tecnologia consentiva una diagnosi dei tumori veloce e non invasiva. Perfezionando la tecnica, ora si possono studiare anche tessuti solidi, come spiega l’inventore di questa tecnologia, il Dr.

Gianni Medoro, Chief Technology Officer di Silicon Biosystems. “Una biopsia tradizionale prevede un fissaggio in formalina del materiale biologico ma spesso le cellule del campione in esame sono insufficienti ad avere un risultato affidabile.

Con la tecnologia DEPArray, basata sul principio elettrocinetico dell’elettroforesi, è possibile disgregare il materiale biologico (biopsia) fino ad avere una sospensione di cellule libere (biopsia liquida) da analizzate in modo digitale.

In questo modo ogni cellula diventa un pixel, eliminando tutte le interferenze, e il risultato è assolutamente affidabile.

“Questo metodo”, aggiunge il coordinatore dello studio, Dr. Nicolò Manaresi, “grazie ad una tecnica di sequenziamento digitale, di nuova generazione, fornisce informazioni a livello molecolare.

Sarà possibile individuare rapidamente tutte le alterazioni genetiche presenti nei tumori, con un grado di precisione mai ottenuto finora»

Prospettive immaginabili con questa nuova tecnica

Una volta che questa tecnologia sarà operativa, oltre ad effettuare una diagnosi personalizzata e, conseguentemente una terapia adatta al singolo paziente, potrà monitorare il paziente in terapia, controllando se questa continua a funzionare, se insorgono forme di resistenza e con quale altra terapia è possibile sostituire la precedente.

La tecnica potrà essere sfruttata anche per la diagnosi prenatale del nascituro. A partire dalla decima settimana, nel sangue materno c’è del DNA fetale che può essere isolato per fare una diagnosi precoce di 85 malattie genetiche. Bastano 20 ml di sangue della mamma.

Come dire, a breve potremmo poter dire addio all’amniocentesi e alla villocentesi.