Due ampi studi, il primo della Nurses’ Health Study (1980-2010) e il secondo della Health Professionals Foloow-up Study (1986-2012), hanno monitorato 135.965 operatori sanitari, di cui 88.084 donne di età compresa tra 30 e 55 anni, arruolate nel 1976, e 47.881 uomini di età 40-75 anni, arruolati nel 1986. Tutti i risultati sono stati raccolti e analizzati tra settembre 2014 e dicembre 2015. Questo studio ha evidenziato che l’assunzione regolare di aspirina, almeno due volte alla settimana per 6 anni, porta ad una significativa riduzione di alcune forme tumorali, soprattutto nel tratto gastro-intestinale.

Più di cento anni, e non li dimostra

Il brevetto dell’aspirina è del 1899, depositato dalla Bayer. Il nome ha nella radice “spir-“dal fiore Spirea ulmaria, da dove veniva isolato l’acido spireico, ovvero l’acido salicilico, e “a-“ perché la molecola dell’aspirina è il derivato acetilato di quest’acido, mentre il suffisso “-in” veniva usato per indicare i farmaci.

Da sempre conosciuta ed usata come farmaco antinfiammatorio, analgesico e antipiretico, negli ultimi anni l’aspirina ha conquistato altri campi di applicazione in farmacologica. Infatti, per le sue proprietà antiaggregante, ha un effetto fluidificante sul sangue. A dosaggi di 100 mg (cardioaspirina) viene usato nella prevenzione di trombosi, infarti e ictus associati alla formazione di piccoli coaguli nelle arterie.

Nel 2010, uno studio della Oxford University su 25.000 pazienti, aveva dimostrato che l’assunzione quotidiana di 75 mg di aspirina, assunta per diversi anni, portava ad una riduzione del 20% di varie forme tumorali, indipendentemente dal sesso. In particolare, una riduzione del 60% di tumori all’esofago, del 40% all’intestino, del 30% di tumori ai polmoni, 10% alla prostata.

Lo studio su Jama Oncology

Si tratta di una imponente ricerca del Massachusetts General Hospital di Boston, pubblicata il 3 marzo su JAMA Oncology, durata 32 anni. Ha coinvolto complessivamente 135 mila persone, documentando 20.414 tumori su 88.084 donne e 7.571 tumori in 47.881 uomini.

La ricerca ha dimostratoche l’assunzione regolare, almeno due volte alla settimana per 6 anni, di aspirina riduce del 15% il rischio del cancro nel tratto gastrointestinale e del 19% nel tratto colon-retto.

Il campione comprendeva uomini, donne, malati e sani; anche soggetti che si sottoponevano regolarmente a colonscopia o che erano in terapia per diabete o donne in pre- e post-menopausa.

I risultati di questo studio sono straordinari, e potrebbero portare ad adottare l’assunzione di aspirina come mezzo preventivo di alcune forme tumorali. Non può essere un approccio “fai da te”, in quanto questo farmaco ha proprietà anticoagulante e può portare a forme emorragiche. Pertanto esso è da escludere per tutti coloro con fattori di rischio personale e/o familiare che solo il medico potrà valutare. È quanto ha raccomandato Andrew Chan, professore associato di medicina alla Harvard Medical School e coautore dello studio.