Su base statistica, alle donne vengono prescritti circa il 27% di antibiotici in più rispetto agli uomini. Si tratta di un risultato inatteso che ha spinto i ricercatori a cercare delle possibili cause. Le motivazioni di questo fenomeno possono essere molteplici, non ultime di tipo culturale, cioè le donne sono animate da uno spirito di sacrificio superiore rispetto agli uomini che le porta a chiedere al proprio medico, con maggiore insistenza, di avere una terapia antibiotica per ritornare il prima possibile ad essere operativi, non solo sul lavoro ma, soprattutto, nell’ambito domestico.

La ricerca dell’Ospedale universitario di Tubinga (Germania)

Prendiamo un arco temporale parecchio ampio, 1976-2013, limitiamo l’indagine ad una fascia di età adulta, tra 16 e 54 anni, e andiamo a vedere quanto è stato riportato in 576 lavori scientifici recensiti da PubMed e Medline, in merito all’uso di antibiotici nelle cure primarie, in presenza di varie malattie.

Parliamo di un’analisi su oltre 44 milioni di soggetti di 9 Paesi: Italia, Danimarca, Regno Unito, Spagna, Israele, Germania, Nuova Zelanda, Svezia e Belgio! Da questa casistica così ampia, scopriamo che alle donne, nella loro vita, vengono normalmente prescritti più antibiotici, il 27%, rispetto a quanto prescritto agli uomini.

E’ quanto ha scoperto un team di ricercatori, coordinati dall'infettivologa italiana Evelina Tacconelli, operante all'Ospedale universitario di Tubinga (Germania), dopo una meta-analisi effettuata su dati di letteratura scientifica.

I risultati pubblicati sul numero di aprile di Journal of Antimicrobial Chemotherapy.

Alcuni antibiotici sono maggiormente prescritti, ancora un problema di genere

Gli antibiotici maggiormente prescritti sono cefalosporine e macrolidi. Nella fascia di età 16-34 anni alle donne vengono prescritti il 36% di antibiotici in più rispetto ai coetanei maschi.

Per arrivare al 40% nella fascia dei 35-54 anni. Il 44% sono cefalosporine e il 32% sono macrolidi. Invece i chinoloni, un'altra classe di antibiotici indicati per le infezioni delle vie urinarie, sono risultati equamente prescritti ai due sessi.

Un errore che si commette è considerare che un farmaco, ad un certo dosaggio, va bene per tutti, uomini e donne.

Questo non è affatto vero, a causa di differenti caratteristiche metaboliche tra i due sessi che può portare alla necessità di avere, a parità di peso e di età, dosaggi differenti dello stesso farmaco.

Da questa ricerca emerge un nuovo dato, ancora una volta una diseguaglianza nella medicina di genere: in questo caso, però, la disparità è associata ad altre componenti. Una possibile spiegazione di questo fenomeno, almeno visto nella realtà del nostro Paese, e che le donne si rivolgano più spesso al medico curante, forse perché sentono più dei maschi la necessità di dover guarire subito e quindi insistono maggiormente per ottenere una prescrizione.

Questo è anche supportato da dati epidemiologici, sulla frequenza di malattie infettive, che sono paragonabili nei due sessi, tali da non giustificare queste marcate differenze di genere nelle prescrizioni di antibiotici.

Fonti dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) dicono, inoltre, che le donne commettano più spesso degli uomini l'errore di trattare con antibiotici delle comuni patologie virali come può essere l'influenza. Questo può favorire il fenomeno della resistenza batterica agli antibiotici, uno dei problemi più critici del nostro tempo.