Identità sessuale e fede: due termini che non possono essere elusi, quando si tratta di benessere psicologico. L'associazione N.U.D.I. - Nessuno Uguale Diversi Insieme ha perciò radunato sessuologi e teologi, per parlare della situazione vissuta dalle persone LGBTQ. Il convegno si è tenuto l'8 aprile 2016, a Milano (via Albertinelli 14) e s'intitolava "Identità sessuale e fede".
I relatori e il programma
Le istituzioni pubbliche erano rappresentate da Maria Rosaria Iardino, consigliera comunale del PD di Milano. Paolo Bozzato ha portato la voce di Altra Psicologia Lombardia. Raffaele Appio, psicologo psicoterapeuta, era menzionato in locandina come didatta della "Fondazione Gestalt Milano".
Antonia Monopoli ha presenziato come responsabile dello Sportello Trans Ala Milano Onlus.
La responsabile N.U.D.I. Lombardia era Roberta Manenti, psicologa e sessuologa. Per quanto riguarda le religioni, era stata invitata a esporre la posizione valdese Elena Rodriguez, rappresentante del Gruppo Varco Refo.
Don Mario Bonfanti ha presentato la Metropolitan Community Church (MCC), Chiesa protestante nata nel 1968, centrata sui Vangeli come messaggio di liberazione e vicina alla teologia queer.
Gianni Geraci, presidente dell'associazione-crocevia "Il Guado", ha esposto le proprie conoscenze di teologo cattolico. Libor Tenryu Vesely era stato invitato in quanto insegnante di Dharma presso il monastero zen Ensoji - Il Cerchio.
Durante l'incontro, è stato distribuito l'opuscolo "Gender: che cos'è... e cosa non è", curato da Federico Ferrari, Enrico M. Ragaglia e Paolo Rigliano. La moderatrice era la psicologa e sessuologa Antonella Palmitesta, presidentessa dell'associazione N.U.D.I.
Cenni al dibattito
Fin dall'inizio, è stato evidente l'impatto che la sessualità e la fede hanno sul vissuto. "Dio ha messo la mia anima in un corpo sbagliato", disse un'adolescente transgender alla dott.ssa Palmitesta. "Sono morta come donna e risorto come uomo" affermò una persona ftm ("female to male").
Ancor oggi, nonostante la "fluidità" della società, la cosa più difficile è contrastare il binomio comune = normale. La religione e il modo di essere di molti, solo per il fatto di essere in maggioranza, sono spesso percepiti come una norma per tutti.
Questo, almeno, per chi rifiuta la conoscenza diretta di persone e situazioni.
Antonia Monopoli ha parlato di una spiritualità "laica": crede in un essere superiore che si manifesta in ciascuna religione storica. La dott.ssa Manenti ha sottolineato come il benessere sociale e spirituale porti la persona a esprimere il proprio potenziale nella società. Raggiungerlo significa evitare le conseguenze estreme (fino al suicidio) della non accettazione.
"Bisogna aiutare le persone a non dover scegliere tra fede e identità sessuale, tenendo conto del fatto che stereotipi e pregiudizi sono presenti in ogni religione" ha aggiunto la Iardino, buddhista Mahayana. Il raggiungimento di questo equilibrio dipende da come la persona percepisce entrambi gli aspetti di sé.
Ciò è relativamente facile nell'ambito del Buddhismo Zen, che pone l'accento sulla pratica della meditazione, più che sulla corrispondenza a uno standard morale prescritto.
Geraci ha ricordato il primato della coscienza nell'ambito della morale cattolica e la condanna dell'ipocrisia nei Vangeli. Per una persona cattolica omo-bi-transessuale, questo significa scegliere la via della visibilità, contro ogni uso della religione come strumento di controllo delle coscienze e di potere politico.