Lo scrive il British Medical Journal– “Medical error—the third leading cause of death in the US”, per i cittadini d’oltreoceano è più pericoloso andare da un medico che viaggiare in aereo o drogarsi! Un medico è una persona e non una macchina, come tale può commettere degli errori, così come capita a tutti. Il problema è che quando un medico sbaglia, le conseguenze possono essere irreparabili. Per questo sono allo studio dei rimedi per arginare questo fenomeno, che è davvero preoccupante. Questi numeri non possono essere dedotti dai referti medici delle persone decedute, perché è difficile che un medicometta per iscritto che la causa del decesso è attribuibile ad un suo errore!
Le stime della Johns Hopkins University School of Medicine
Queste stime sono state elaborate da esperti di questa Università americana, partendo dai casi di decessi non associati ad alcun codice ICD (International Classification of Disease), come può essere un errore umano o un problema tecnico.
Il problema non è solo americano: secondo l’OMS questo è dovuto anche a come vengono codificati le cause dei decessi, un sistema detto a codice ICD adottato da 117 Paesi, compreso l’Italia.
Passando al setaccio tutti gli studi degli ultimi anni, a partire dal 1999, i ricercatori hanno stimato che solo per il 2013 ci sono stati oltre 250mila decessi per errore medico. In pratica, la terza causa di morte di tutti i cittadini americani, dopo quelle per problemi cardiaci (611mila) e per il cancro (585mila)!
Gli errori più clamorosi
Sicuramente al primo posto ci sono le malattie iatrogene, causate dall’uso improprio dei farmaci. Anche se queste sono le più difficili da dimostrare. Più evidenti sono gli errori dei chirurghi: tra il 1990 e il 2010 sono stati segnalati 2413 interventi nella “parte sbagliata” del corpo, 4857 oggetti lasciati nel “campo operatorio” cioè nella pancia dei malati.
Poi ci sono stati 27 casi di interventi su pazienti che non dovevano affatto essere operati.
Ma a comporre i 250mila casi, stimati per il 2013, ci sono principalmente errori “banali”: una svista, un farmaco sbagliato, una posologia inappropriata, un analisi di laboratorio inadeguata, o una piaga da decubito sottovalutata.Nel loro insieme, questi errori causano più morti dell’AIDS, del cancro alla mammella, degli incidenti aerei, o delle overdosi da stupefacenti, calcolati tutti insieme.
Quale strategia adottare?
È del tutto ovvio che per adottare misure efficienti prima bisognerebbe conoscere le circostanze che portano al fenomeno. Da qui nasce l’appello dei ricercatori, rivolto ai medici, di registrare tutte le cause di decesso, dovute ad errori umani.Questo non vuole colpevolizzare i sanitari che, come tutti, possono commettere degli errori, ma solo per cercare di comprendere quali sono gli errori evitabili solo adottando delle adeguate procedure più efficienti. Nessuno pensadi eliminare del tutto il fenomeno ma a ridurlo significativamente, sì.
Nel certificato di morte, si potrebbero indicare le complicanze che, se curate per tempo, avrebbero potuto scongiurare l’evento. Un modo alternativo per evitare di definirlo errore medico.
Oppure, imporre agli ospedali di attivare apposite commissioni, con personale indipendente, che approfondisca le cause di tutti i decessi tra i pazienti ricoverati. Oppure, fare “un’analisi del rischio”, così come viene fatto per qualsiasi attività, in un laboratorio o su un impianto industriale, prima di ogni intervento sanitario proposto al paziente.