Tentare di resuscitare i morti non sarebbe certo un'impresa moderna, dato che già famosi romanzi di qualche secolo fa ne parlavano. Gli stessi Social hanno messo a punto un sistema per far continuare a vivere le persone, almeno virtualmente, dopo la loro dipartita. Eppure, la scoperta di una società biotech americana sembra finalmente esserci riuscita, al di là di romanzi e vite virtuali. Trattasi della Bioquark, che ha infatti ricevuto l'approvazione del governo americano per iniziare gli esperimenti su 20 pazienti clinicamente morti con tanto di consenso ovviamente dei loro familiari.

Vediamo meglio di cosa si tratta.

Riportare in vita i morti con terapie, anche staminali

Più precisamente, si tratta di persone clinicamente morte in conseguenza di una lesione cerebrale traumatica. Per riuscirci, la società biotech americana utilizzerà un mix di terapie, tra le quali la rigenerazione del cervello e l'utilizzo di cellule staminali, verso le quali l'Italia dibatte ancora. Le terapie dureranno vari mesi e i soggetti verranno monitorati mediante screening cerebrali, al fine di constatare se effettivamente la "rigenerazione" si stia verificando. Ma cosa accade in caso di risurrezione celebrale? In pratica l'individuo dimenticherà ciò che era, ripartendo completamente da zero. Sarà considerato dalla Scienza un individuo X e la sua nuova vita avrà inizio da quel preciso momento.

L'importanza della ricerca in altri ambiti

Al di là di resurrezioni celebrali inquietanti e sulle quali sicuramente si scatenerà il dibattito se siano morali o meno, questo studio assume molta importanza nella lotta a patologie quali Parkinson e Alzheimer, nonché per curare stati vegetativi e coma ad oggi ritenuti irreversibili.

I primi risultati, promettono da Bioquark, li vedremo tra due o tre mesi. Potrebbe così aprirsi un nuovo mondo nel campo della medicina. L'immediatezza dei risultati, inoltre, permetterà anche di saperne di più in tempi rapidi senza dover attendere diversi anni come accade in genere.