Nella pratica clinica, con il termine emicrania vengono indicate varie forme di “mal di testa” distinte in cefalee primarie, secondarie (dovute ad altre cause o patologie) e nevralgie craniali (come quella del trigemino). Con le sue varianti, l’emicrania è la cefalea più frequente e interessa il 10-15% della popolazione, in prevalenza donne, con una incidenza massima intorno ai 35 - 45 anni. L’emicrania cronica rientra tra le cefalee primarie, le cui cause possono essere tante e le soluzioni non sempre facilmente disponibili. Un nuovo farmaco biologico, che agisce attraverso un meccanismo innovativo, è stato studiato in clinica.

I risultati sono stati pubblicati questi giorni su Neurology.

Emicrania cronica, la soluzione potrebbe arrivare da un nuovo anticorpo

Marcelo Bigal, primo autore del lavoro pubblicato su Neurology, e collaboratore di Teva Pharmaceuticals, l’azienda che ha sviluppato il nuovo farmaco, descrive i risultati ottenuti con TEV-48125, somministrato a 261 pazienti. Il farmaco che previene l’emicrania cronica, è stato somministrato sottocute, ogni 28 giorni. Per lo studio sono stati selezionati pazienti che soffrivano di emicrania da almeno 15 anni, con oltre 162 ore al mese di mal di testa. Lo studio è stato condotto con un gruppo di controllo (placebo) e altri gruppi dove il farmaco è stato somministrando a varie dosi.

L’autore spiega che si può definire “cronica” una emicrania se ci sono episodi di cefalea almeno 15 giorni/mese. Si tratta di una patologia che interessa circa l’1% degli adulti. Spesso non è correttamente diagnosticata e i pazienti convivono per anni con “il mal di testa” senza una soluzione adeguata. Il nuovo farmaco è un anticorpo monoclonale, completamente umanizzato, che si lega in modo potente e selettivo al CGRP (Calcitonin gene related peptide), un peptide correlato al gene della calcitonina, dotato di un elevato potere vasodilatatore e può intervenire sulla trasmissione del dolore.

Sia a livello del sistema nervoso centrale che periferico.

Un aumento dei livelli di CGRP è associato a forme di emicrania come quella cronica, ma anche in altre patologie quali insufficienza cardiaca e ipertensione. TEV-48125 si lega in modo potente e selettivo al CGRP, prevenendone il legame con i recettori e quindi l’episodio di emicrania.

E’ stata osservata una riduzione significativa degli episodi di emicrania, da 3 a 7 giorni, già dopo la prima iniezione sottocute.

La ricerca di nuovi target biologici

Le frontiere della ricerca farmacologica spesso devono esplorare territori sconosciuti. Fuor di metafora, vuol dire che per trovare una soluzione a patologie acute e/o croniche è necessario individuare nuovi target biologici attraverso la cui modulazione è possibile curare una malattia. Pensiamo alla scoperta effettuate negli anni settanta dell’enzima HMG-CoA reduttasi, e gli effetti farmacologici derivanti dal suo controllo. Con le scoperte delle statine e il successo mondiale, di questa classe di farmaci, sia in termini di Salute (colesterolemia) che di business.

Ora stiamo entrando nell’era della cosiddetta terapia personalizza, cioè caratterizzare il paziente oltre che la malattia, ed accertarsi che il farmaco che verrà somministrato porti dei benefici, almeno superiore agli effetti indesiderati, tali da giustificarne l’uso. Per questo, enormi passi avanti si stanno facendo verso la ricerca di nuovi target e nuovi marker biologici.

La scoperta TEV-48125 e della sua attività, potente e selettiva, verso il controllo di CGRP, è solo l’ultimo esempio in questo campo. Molto interessante, molto sfidante e anche molto promettente.