Milioni di persone nel mondo si rivolgono alla psicoterapia nella speranza di essere aiutati a risolvere momenti di crisi o problemi che si trascinano da anni senza trovare un' adeguata soluzione. La prima difficoltà che si incontra prima di rivolgersi ad uno specialista della Salute è quella di ammettere con sé stessi di avere un problema che incide così profondamente nella qualità della vita quotidiana da non riuscire a risolverlo da soli. Una volta superato questo primo scoglio, molti decidono di affidarsi alle cure di uno psicoterapeuta, nella speranza di riuscire ad uscire dalle paludi in cui si sentono incagliati.

Psicoterapia: quando non funziona

L'inizio di un percorso psicoterapeutico comporta la necessità di svelarsi ad un'altra persona ed un doloroso confronto con le proprie fragilità, ma anche la scoperta di inaspettate risorse. Spesso però, la psicoterapia, così come descritto nell'editoriale n. 139 di Mente&Cervello, non va affatto nel senso sperato e, non solo non apporta miglioramenti ma addirittura può peggiorare la situazione e la qualità della vita della la persona. A tale proposito, sul "British Journal di Psychiatry", sono stati pubblicati i risultati di una recente ricerca condotta al Royal College Psychiatrists di Londra, diretta da Mike Crawford, i qualiriportano che su 15.000 pazienti che hanno effettuato una psicoterapia per disturbi di tipo depressivo ed ansioso, il 5% di essi ha dichiarato di averne riportato durature conseguenze negative.

Per quanto il rischio iatrogeno sia insito in ogni terapia, compresa quella psicologica, come riportato in questo nuovo numero di Mente&Cervello, è però ancora troppo esigua la ricerca e la sperimentazione clinica effettuata a tale scopo in psicoterapia, con finalità anche preventive.

Spesso, quando una psicoterapia non funziona, il paziente la abbandona ma capita anche che egli, nella speranza che qualcosa cambi, la prolunghi ed essa si riveli inefficace.

Come afferma Antonio Semerari , fondatore del III Centro di Psicoterapia Cognitiva di Roma, "Tutte le terapie che funzionano hanno un rischio iatrogeno, dai farmaci alla chirurgia, e non c'è motivo per cui le psicoterapie dovrebbero fare eccezione. Se una cosa non fa potenzialmente anche male, vuol dire che non fa niente".

Perché è difficile la ricerca sugli effetti negativi della psicoterapia?

A rendere difficile la ricerca sugli effetti negativi della psicoterapia è la mancanza di una metodologia comune con la quale misurare gli esiti, cioè il "cosa è " che provoca il peggioramento duraturo della persona. Si tratta di una difficoltà legata all'esistenza di un fattore fondamentale in ogni psicoterapia e cioè, il ruolo giocato dalla soggettività del terapeuta e dal suo modo personale di porsi in relazione con il paziente. Ciò è ritenuto un grave ostacolo nella standardizzazione degli interventi al fine di capire cosa provochi peggioramenti duraturi.

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