Lo scarso allenamento cardiorespiratorio aumenta il rischio di sviluppare la dislipidemia aterogenica, ossia lo squilibrio lipidico (bassi livelli di colesterolo HDL, alti di LDL e di trigliceridi), in grado di formare placche aterosclerotiche (contenenti colesterolo) nelle arterie.La parete della placca può rompersi per infiammazione e formare trombi, causa di patologie gravi (infarto, ictus, angina pectoris).

Nell’analisi condotta dal Department of Exercise Sciences, University of South Carolina, School of Public Health, negli Stati Uniti, è emerso che i pazienti con uno scarsoallenamento cardiorespiratorio, definito da parametri come la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e il VO2max (massimo volume di ossigeno consumato in un minuto per contrazione muscolare), hanno sviluppato dislipidemia aterogenica.Al contrario, i soggetti con buone capacità emodinamiche hanno rivelato un profilo lipidico assolutamente normale.

Èquanto pubblicato sulla rivista "American Journal of Medicine" nel giugno 2016.

Colesterolo ed esercizio fisico, meccanismo di azione

In condizioni normali, il colesterolo viene trasportato dalla proteina LDLdal fegato ai tessuti, per produrre vitamina D, acidi biliari e membrana cellulare.Se il colesterolo LDL è in eccesso, invece, è aterogenico: viene ossidato dai radicali liberi, inglobato dai macrofagi (cellule coinvolte nell’infiammazione) e si infiltra nelle pareti delle arterie; insieme alla proliferazione delle cellule muscolari lisce delle arterie, dà origine ad una capsula fibrotica che ricopre la placca aterosclerotica.

Può accadere che la placca si rompa a causa della dimensione e del contenuto in lipidi, ma soprattutto per l’accumulo di macrofagi attivati, coinvolti nell’infiammazione.

È stato dimostrato, invece, che l’esercizio aerobico aumenta i livelli della proteina HDL-colesterolo, ad azione anti-aterogenica: l'HDL che trasporta il colesterolo dalle pareti delle arterie e dai tessuti periferici al fegato, ha una capacità antiossidante e antinfiammatoria che induce il rilascio di ossido nitrico (composto vasodilatatore).

Infatti l’esercizio può promuovere l’aumento dei livelli ematici di HDL (High Density Lipoproteins), cioè del colesterolo “buono” coinvolto nel trasporto del colesterolo dai tessuti verso il fegato. E’ stato stimato che aggiungere all’esercizio quotidiano 10 minuti di attività fisica in più permette di aumentare la concentrazione delle HDL di 1,4 mg/dl, ed è stato calcolato che, in media, un programma di allenamento adeguato può aumentare il colesterolo buono del 4,6%. Scopri di più grazie ai consigli del medici del Policlinico "A. Gemelli" nell'iniziativa Viaggio al Cuore del Problema, powered by Danacol.

Lo studio clinico

Presso il Cooper Clinic di Dallas, in Texas, dal 1976 al 2006, 80.000 pazienti sono stati sottoposti periodicamente ad una valutazione dei parametri del metabolismo lipidico e al test treadmill.

Nel corso di questo testdi esercizio fisico su tappeto rotante, sono stati registrati i parametri emodinamici (pressione arteriosa e frequenza cardiaca), la capacità massima di lavoro e l’adeguatezza della funzione cardiaca all’esercizio sotto sforzo e nel periodo di recupero.

Dai dati raccolti, i ricercatori del Columbia hanno valutato la correlazione tra allenamento aerobico e l'insorgenza della dislipidemia in una media di 8.8 anni di follow up (osservazione), dimostrando in modo significativo i benefici del lavoro aerobico.