Il tumore alla prostata è quello a maggiore incidenza nei maschi. Negli anni Novanti la FDA aveva approvato un test per una diagnosi precoce di questo tumore. Si tratta della misurazione ematica del PSA, l'"antigene prostatico specifico". Negli anni, questo ha portato ad un aumento delle diagnosi di questa forma tumorale e, parallelamente, ad un aumento dello scetticismo sul suo reale valore diagnostico. Infatti, questo testo non è scevro dal dare falsi positivi e questo ha alimentato un dibattito sia sull’opportunità di eseguirlo che, in caso di esito positivo, sul significato dei risultati ottenuti.
Ora arriva il 4K Score, una evoluzione del test tradizionale che, a detta degli esperti, dovrebbe portare ad una riduzione del 60% delle biopsie.
Nuovo test non ancora disponibile in Italia
All’89° congresso della Società italiana di urologia (Siu), in corso questi giorni a Venezia, si è parlato di questo nuovo test del sangue, che potrà affiancare il tradizionale test PSA, per una diagnosi più precisa e per evitare il ricorrere alle biopsie, almeno nel 60% dei casi.
Il 4K Score consiste nella determinazione, nel sangue, di 4 molecole della famiglia del PSA: il PSA totale, il PSA libero, il PSA intatto e la callicreina 2. Questi parametri, uniti ad alla visita urologica e all’anamnesi del paziente (rischio familiare) può ridurre significativamente il caso dei falsi positivi e fornire elementi per una diagnosi corretta, in un numero elevato di casi.
Va comunque precisato che, al momento, 4K Score è un test ancora non validato ufficialmente per una sua applicazione su vasta scala. In Italia non è stato ancora introdotto ma in alcuni paesi europei, come la Spagna, è già possibile farlo. Nessuno impedisce di inviare i campioni di sangue in un laboratorio spagnolo e attendere qualche giorno il risultato.
Ad un costo di circa 300 euro.
Una vasta indagine europea
Questo nuovo test, è il risultato di una vasta indagine condotta a livello europeo, su pazienti con carcinoma prostatico. Lo studio ha coinvolto 740 uomini che erano stati sottoposti a biopsia senza un preliminare test del PSA o, meglio, del nuovo test 4K Score. Il 60% di questi pazienti poteva evitare la biopsia che, come è noto, è un test invasivo.
Infatti, il problema principale è poter rapidamente distinguere tra iperplasia prostatica benigna e cancro alla prostata. Come ovvio, le due diagnosi tracciano un differente destino del paziente. Una ulteriore distinzione va fatta anche tra le forme di neoplasie benigne e la forma più aggressiva di cancro prostatico. Nel primo caso, essendo una forma “indolente” è possibile non intervenire chirurgicamente ma limitarsi a controlli periodici.
In assenza di una specifica storia familiare, che consiglia di anticipare di qualche anno i controlli, il primo esame del PSA, o meglio del 4K Score, deve essere effettuato a 50 anni, da ripetere periodicamente fino ai 70 anni. Prima dei 50 anni è raro l’incidenza di questo tumore, oltre i 70 anni non è più consigliato.
Perché con il PSA si hanno falsi positivi? Le ragioni possono essere diverse. Tra quelle più frequenti ci sono le patologie benigne della prostata, l’insufficienza renale, una sollecitazione della prostata dovuta ad una precedente esplorazione rettale, un’attività sportiva come andare in bicicletta o un’attività sessuale o l’uso di alcuni farmaci.