Ancora oggi, nonostante la tendenza risulti attenuata negli ultimi anni, la carenza di iodio nell'alimentazione quotidiana costituisce un serio problema sociale e sanitario in tutto il mondo. Anche in Italia, circa 6 milioni di persone all'anno - il 10% circa della popolazione - soffre di problemi alla Tiroide per questo motivo (il cosiddetto 'gozzo'), con un impatto economico sulla sanità di oltre 150 milioni di euro.

Lo iodio è importante

Lo iodio è un nutriente importantissimo per l'organismo: se carente, può comportare diversi effetti nocivi sulla Salute, in base ai periodi della vita in cui comincia a mancare.

Il suo ruolo è determinante per il mantenimento del giusto equilibrio metabolico, soprattutto durante la crescita di un individuo; ed è proprio per questo motivo, che i problemi causati dalla carenza di iodio diventano più seri, per esempio durante l'infanzia e la gravidanza. Il fabbisogno giornaliero è di 150 microgrammi nell'adulto, tra i 90 e i 120 nei bambini e gli adolescenti, in gravidanza inveceaumenta fino a 220 milligrammi al giorno, per arrivare a 290 durante il periodo di allattamento: fondamentale, dunque, tenere ben presente che la carenza di iodio aumenta i deficit cognitivi nel bambino e, nella donna, il rischio di aborto.

Il pesce è ricco di iodio

Un recente studio, effettuato dall'Osservatorio Nutrizionale Grana Padano, evidenzia i rischi per la salute causati dalla carenza di cibi ricchi di iodio, soprattutto nello sviluppo dei bambini e per il feto; un tipo di carenza di cui soffre almeno il 29% della popolazione mondiale.

Su 1200 persone intervistate, mediamente, la maggior parte assume attraverso gli alimenti giornalieri solo 60 microgrammi di iodio, cioè meno del quantitativo consigliato, mentre il fabbisogno quotidiano lo raggiunge solo il 5% degli intervistati: come possiamo migliorare la situazione? Cercando di arricchire e la nostra dieta con alimenti ricchi di iodio, che si trova soprattutto nei pesci di mare, nei mitili (cozze) e i crostacei: una sola porzione di merluzzo, baccalà, cefalo o sgombro, per esempio, ne apporta 150 microgrammi.

Lo iodio anche nelle uova

Anche le uovane sono ricche (circa 35 microgrammi), lo yogurt (78 mg) e i formaggi (fontina e taleggio ne contengono in media 45 mg; quelli più stagionati come grana, pecorino e provolone, 38 mg). La carne ne contiene 50 milligrammi per chilo, i vegetali invece solo quello contenuto nel terreno in cui sono coltivati: per concludere.

Lo iodio si assume attraverso determinati alimenti - soprattutto in alcuni periodi della vita - il sale iodato, da solo, non è sufficiente per garantire il giusto apporto quotidiano.

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