L'Ictus è causato da un'interruzione improvvisa del rifornimento di sangue a livello cerebrale, che scatena una disfunzione nervosa che si protrae per più di 24 ore. Possono esistere ictus ischemici, causati dall'occlusione parziale o totale di un vaso cerebrale per trombosi o embolia cerebrale, oppure emorragici nei quali la perdita di sangue da un vaso causa la compressione del tessuto cerebrale e lo spasmo dei vasi nelle zone adiacenti.

Fattori di rischio per l'ictus sono gli attacchi ischemici transitori (TIA), ipertensione arteriosa, aterosclerosi, cardiopatie, colesterolo elevato, policitemia, uso di droghe endovena, aritmie, fumo di sigaretta.

La caratteristica più importante dell'ictus è la comparsa improvvisa, senza dolore. Soltanto nell'emorragia cerebrale vi è spesso cefalea.

I sintomi principali dell'ictus sono: improvvisa mancanza di forza, formicolio, assenza di sensibilità ad un lato del corpo, alterazioni delle capacità cognitive, cambiamenti del tono muscolare e dei riflessi tendinei profondi, incontinenza, difficoltà a parlare e nella visione laterale. Quando questi sintomi compaiono per pochi minuti si parla di TIA-attacchi ischemici transitori- che possono essere campanelli d'allarme per un vero e proprio ictus.

La valutazione diagnostica viene eseguita attraverso TAC, RM e angiografia TAC che determinano la causa e la sede dell'ictus.

Inoltre l'angiografia cerebrale determina l'estensione dell'area sofferente, mentre per la localizzazione precisa del danno ischemico vengono eseguite PET e RM.

Nell'acuzia il paziente verrà tenuto sotto stretta osservazione dal team clinico assistenziale per monitorare la respirazione, l'ossigenazione e la perfusione. Quando il paziente sarà stabile, verrà attivato un programma riabilitativo.

Durante la fase acuta dell'ictus verranno somministrati farmaci trombolitici per eliminare l'occlusione; questi devono iniziati entro 2 ore dall'inizio dei sintomi. Nella fase successiva verrà iniziata una terapia anticoagulante per l'ictus non emorragico.

È importante che il personale sanitario insegni al paziente e alla famiglia come adattare la casa per renderla sicura è agevole.

Inoltre è importante che il team ribadisca l'importanza dei periodi di riposo durante il giorno. È bene che la famiglia venga rassicurata che è comune nel periodo successivo all'ictus una labilità emotiva e una depressione, che sono comunque curabili attivando anche il supporto psicologico territoriale. La famiglia verrà poi aiutata nell'ottenimento degli ausili e sulla gestione dell'afasia.

Le ultime novità sull'ictus vengono proprio dall'Italia, dall'Istituto Don Gnocchi di Fivizzano dove da pochi mesi si lavora alla riabilitazione del paziente colpito da ictus con i robot. Questi permettono un'integrazione del lavoro fisioterapico dell'arto superiore. Permettono di monitorare i progressi già dopo un solo utilizzo, intensificando il trattamento.