I disturbi del sonno, nell'ultimo decennio, sono vertiginosamente aumentati, generando preoccupazione anche fra i più giovani. La percentuale di individui affetti da ipersonnia, apnee notturne, narcolessia, insonnia, non accenna a diminuire sul suolo nazionale ma è una vera e propria emergenza anche negli USA dove, secondo i ricercatori, l'80% della popolazione adotta stili di vita che, inevitabilmente conducono a dissonnie e parasonnie. Tra queste ultime e gli stati ansiosi o l'irritabilità vi è un legame intimo che può pregiudicare la vita sociale e lavorativa di chi ne soffre.
Tuttavia, i rischi sin'ora elencati appaiono piccolezze se paragonati ai risultati di uno studio recentemente condotto da un team di ricercatori texani del Baylor College of Medicine. E' stato appurato, sul modello animale, che la deprivazione del sonno può causare sovrappeso, disfunzioni epatiche e alla fine anche il cancro, senza passare da nessuno step intermedio come la cirrosi.
Le statistiche parlano chiaro
Negli esseri umani, il regolatore del ritmo circadiano lo troviamo nel nucleo soprachiasmatico dell'ipotalamo, una regione che viene a sua volta regolata da fattori esterni (la luce percepita dalla retina) e da fattori interni (la melatonina secreta dall'epifisi durante le ore notturne).
L'equilibrio di questo sistema è fondamentale per tutti gli esseri umani. Un'alterazione minima e non prolungata nel tempo non desta preoccupazioni ma alterazioni costanti possono essere addirittura fatali. L'American Cancer Society stima che ogni anno 700.000 persone nel mondo si ammalano di cancro epatico, con una tendenza maggiore tra gli individui di sesso maschile.
Sempre secondo le stime, a fine anno, sul suolo americano si conteranno 16.000 uomini e 9.000 donne decedute a causa di carcinoma epatocellulare.
La sperimentazione su cavie
Topi ai quali è stata causata la sindrome da jet-lag, alla lunga hanno manifestato malattie neurodegenerative, danni all'epidermide e neoplasie maligne, indipendentemente dalla dieta alla quale sono stati sottoposti.
Esattamente come accade nel modello umano, i maggiori disordini si sono presentati tra i topi maschi ma, per ciò che concerne il cancro, questo è apparso sia tra i topi maschi che tra le femmine alla 78esima settimana dall'inizio del test. La successiva indagine genetica ha potuto dimostrare che le alterazioni del ciclo circadiano hanno condotto sostanzialmente a due eventi: la mutazione di alcuni geni che favoriscono l'insorgenza della neoplasia e l'anomala espressione di altri, implicati nella regolazione di varie funzioni biologiche (Bmal1, Clock, Per1, Per2 ed Nr1d1).