L’obesità è diventato un problema sanitario di dimensioni epidemiche nella maggior parte dei paesi industrializzati. Se l’indice di massa corporea (BMI) è maggiore di 40 (obesità di III grado o gravissima) o di 35 (obesità di II grado o grave), e l’obesità è associata a complicazioni metaboliche (diabete, iperlipidemia, ipertensione), si può ricorrere alla chirurgia bariatrica (dell’obesità).
Questa, negli ultimi anni, ha preso sempre più piede grazie allo sviluppo della chirurgia laparoscopica (con minime incisioni), all’ottenimento di una riduzione consistente del peso corporeo (dal 50 al 70%) e al superamento delle complicazioni legate all’obesità.
Permane tuttavia, nonostante l’intervento chirurgico, il problema di malassorbimento dei nutrienti, analizzato dai ricercatori dell’Università di Orleans, Francia. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Experimental Biology and Medicine nel gennaio 2017.
E’ stato scoperto che la deficienza di vitamina D è il problema più frequente nei soggetti obesi non solo dopo la chirurgia, ma anche prima; questo micronutriente possiede un’azione anti-infiammatoria e stimolante le difese immunitarie.
E’ emersa, dunque, la necessità di controllare annualmente la vitamina D (25OHD3) e di assumere, in caso di necessità, 3000 UI di vitamina D al giorno per normalizzarne i livelli (30 ng/mL), secondo le linee guida europee di Chirurgia Metabolica e Pediatrica e delle società di Endocrinologia, Obesità e Chirurgia bariatrica americana.
Obesità e vitamina D
L’obesità viene considerato un problema molto serio a causa di danni multipli che si possono generare agli organi (cuore, cervello, polmoni, vasi) e alle giunture ossee.
La classificazione dell’obesità viene calcolata con il BMI, definito come rapporto tra peso e quadrato dell’altezza dell’individuo.
Nonostante il notevole consumo di calorie che contribuisce all’obesità, la qualità nutrizionale in termini di proteine, vitamine e minerali è spesso scarsa, poiché sussiste un’alterazione dell’assorbimento e del metabolismo degli alimenti; la carenza di vitamina D è risultata la più comune nella popolazione obesa.
L’insufficienza sarebbe dovuta ad un sequestro della vitamina, che è liposubile, da parte della massa grassa a discapito del sangue; i meccanismi non sono ancora molto chiari.
Chirurgia bariatrica
La perdita di peso si può ottenere rapidamente riducendo la dimensione dello stomaco.
Le procedure più usate che impattano sull’assorbimento dei nutrienti, tra cui la vitamina D, sono il bendaggio gastrico (fascia elastica di silicone intorno alla porzione superiore dello stomaco), la sleeve (gastrectomia verticale), l’RYGB (lo stomaco rimpicciolito viene collegato al digiuno dell’intestino tenue, escludendo il tratto digestivo deputato all’assorbimento dei nutrienti), la diversione biliopancreatica con switch duodenale (lo stomaco ridotto viene collegato all’ileo, per cui la distanza tra stomaco e colon diventa più breve).
Il successo a lungo termine di questi interventi dipende, però, dal cambiamento dello stile di vita (alimentazione corretta ed esercizio fisico).