Il problema della resistenza agli antibiotici è all’apice dell’attenzione di tutte le organizzazioni sanitarie a partire dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità). Per questo non sorprende che la Commissione Europea, nell’ambito dei progetti finanziati previsti da Horizon 2020 (H2020), abbia dato il premio ad un progetto per lo sviluppo di un kit che, in pochi minuti, riesca a discriminare tra una infezione virale ed una batterica. Limitando solo a quest’ultima una corretta prescrizione antibiotica. In questo modo si eviterà la prescrizione di antibiotici in presenza di infezioni virali, dove gli antibiotici sono del tutto inattivi.

Basterà una digitopuntura e 10 minuti d’attesa

L’innovativa tecnica è stata sviluppata da Minicare HNL – grazie ad uno sforzo congiunto tra una società svedese, la P&M Venge AB, ed una dei Paesi Bassi, la Philips Electronics. Si tratterrà di effettuare un piccolo prelievo di sangue dal dito, come quello che viene effettuato quando si va a donare il sangue, e grazie a questo test sapremo in pochi minuti se la nostra infezione è di origine virale o batterica.

La Commissione Europea, tramite Carlo Moedas, Commissario per la Ricerca, la scienza e l’innovazione, in occasione della cerimonia presso l’Università di Loviano, in Belgio, ha consegnato il premio Horizon con un assegno di 1 milione di euro.

Soldi che serviranno a sviluppare, e portare in commercio entro il prossimo anno, questo test diagnostico.

Il fenomeno della resistenza agli antibiotici, ha spiegato Carlo Moedas, rappresenta “una grave minaccia per la Salute pubblica”. Poter disporre di un test rapido può aiutare i sanitari a selezionare i casi e i pazienti a cui prescrivere una terapia antibiotica.

L’antibiotico resistenza: allarme mondiale

Solo in Europa, ogni anno, 25 mila persone muoiono a causa del fenomeno dell’antibiotico-resistenza, con un impatto finanziario, in termini di costi sanitari e di mancata produttività, stimato in 1,5 miliardi di euro. Se non interverranno importanti correttivi e nuove generazioni di antimicrobici, le stime per il 2050 sono devastanti.

Si parla di una perdita, per l’economia mondiale, di 90 mila miliardi di euro e di un milione di vittime.

Il problema della resistenza agli antibiotici non nasce ora ma viene da lontano. Si origina soprattutto dalle cattive tecniche di produzione di carne e pesce, in allevamenti intensivi che se non sottoposti a massicci trattamenti antibiotici rischierebbero l’autodistruzione. In questi contesti si sono selezionati ceppi batterici sempre più resistenti ad un numero sempre più vasto di antibiotici arrivando ai livelli di criticità che abbiamo appena accennato.

A partire dal 1999 la stessa Commissione Europea, si era impegnata in una campagna finalizzata a contrastare questo fenomeno, riconoscendo una filiera unica e indissolubile tra la salute delle persone, quella degli animali e dell’ambiente.

Il progetto si chiamava “One health”. Sono trascorsi quasi 20 anni e la situazione sta andando fuori controllo.

Il 27 gennaio di quest’anno, la Commissione ha varato una consultazione pubblica (una per le amministrazioni pubbliche ed una per i cittadini), aperta fino al 28 aprile 2017, per individuare ulteriori iniziative ed attività da includere in questo programma di contrasto alla resistenza agli antibiotici. Programma che verrà adottato a partire dall’estate 2017.