Si deve a una ricerca italiana, condotta dal Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze della Salute dell'Università di Torino, la scoperta di una proteina capace di limitare la proliferazione delle cellule cancerose nel Tumore al seno. Nello specifico, lo studio coordinato dalla dottoressa Paola Defilippi, ha messo in evidenza come la proteina p140Cap è in grado non solo di bloccare la progressione del tumore, ma impedisce anche che le cellule tumorali si diffondano in altri organi, dando luogo a metastasi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature.

Ma analizziamo più nello specifico come va ad agire questa proteina.

La proteina che blocca il tumore alla mammella: ecco come agisce

I ricercatori hanno osservato che uno dei sottotipi del tumore al seno si caratterizza per una eccessiva quantità della proteina ERRB2. Questa produzione eccessiva è causata dall'aumento del numero di copie del gene che la codifica sul cromosoma 17. In buona sostanza tale proteina causa il tumore in quanto favorisce la proliferazione incontrollata delle cellule neoplastiche e la loro disseminazione al di fuori dal tumore primario, dando luogo a metastasi in altri organi. Tuttavia, ed è questa la scoperta fatta dai ricercatori, la presenza di questa proteina p140Cap indica una maggiore sopravvivenza e un minor rischio di metastasi.

Dalla ricerca è emerso che questa proteina viene espressa dal 50% delle pazienti affette da questo sottotipo di tumore alla mammella. Tale proteina p140Cap potrebbe rivelarsi utile quindi anche come marcatore predittivo di questa patologia. Negli esperimenti condotti sui topi si è osservato che la p140Cap è in grado rallentare la progressione dei tumori ERRB2 contrastandone la comparsa e riducendo la formazione di metastasi.

Questa scoperta potrebbe aprire nuove prospettive terapeutiche per le pazienti, che non esprimendo la proteina p140Cap, vanno incontro a tumori più difficili da curare.

Tumore alla mammella

Come tutti i tumori, anche quelli alla mammella possono dividersi in benigni ed in questo caso sono chiamati fibroadenomi, oppure maligni e tale definizione riguarda sostanzialmente i carcinomi.

Ai fini della prevenzione assume molta importanza l'esame della mammografia che permette di individuare noduli molto piccoli, che non sono palpabili all'esame manuale. Oggi grazie ai progressi della medicina, questo tipo di tumore femminile può essere curato con la combinazione di più strategie terapeutiche: chirurgia, radio e chemioterapia, terapia ormonale. Tuttavia chirugia, nella maggioranza dei casi, rimane il trattamento elettivo per questo tipo di tumore.