I primi sintomi sono il prurito e fastidio generalizzato che sfociano in starnuti e gonfiore degli occhi fino a scatenare l'asma: l'allergia stagionale torna in questi giorni alla ribalta e colpisce 1 persona su 5. In un articolo del sito americano "the Verge" si lancia un nuovo allarme per l'immediato futuro.

Sembra, infatti, che, a causa del riscaldamento globale del clima, le condizioni degli allergici stagionali potrebbero peggiorare. Le alte temperature sono destinate a favorire periodi più lunghi di fioritura con maggior rilascio di pollini e quantità maggiori di CO2 faranno crescere più velocemente molte specie vegetali.

La fotosintesi, infatti, avviene con l'assorbimento dell'anidride carbonica, il cui aumento accelera quindi la reazione nei cloroplasti. Di conseguenza è maggiore il numero di pollini prodotti per la riproduzione dei vegetali. I pollini sono i principali agenti allergenici per i soggetti a rischio: in alcuni paesi, come Danimarca e Svizzera, è stato già notato il legame diretto tra la fioritura primaverile di alcune specie di piante e l’aumento dei loro pollini.

In altri studi si è riscontrato che le piante di betulla che crescono in climi più caldi producono un tipo di proteina specifica poco tollerata da chi soffre di allergie stagionali. Il rischio in Italia per i prossimi anni si focalizza soprattutto per i soggetti allergici all’ambrosia: la pianta, che fiorisce in autunno, è una dei maggiori responsabili della febbre da fieno, e si è riscontrato che, se fatta crescere in ambiente più caldo e con dosi massicce di CO2, produce una quantità maggiore di polline.

Si stima che solo in Europa entro l'anno 2060 gli allergici raddoppieranno il loro numero, arrivando a 77 milioni di persone.

Come agiscono i pollini

L'allergia ai pollini o pollinosi, che si evidenzia con lacrimazione, starnuti, tosse e asma, segue l'alternarsi delle stagioni e si acutizza soprattutto in primavera, quando nuvole invisibili di polline si diffondono nell'atmosfera e, seguendo le correnti, percorrono lunghissime distanze.

I pollini arrivano al nostro apparato respiratorio ed entrano in contatto con la congiuntiva: penetrano poi nel naso fino ai bronchi. Nelle persone sensibili alle proteine allergeniche liberate dai pollini, si scatena la risposta allergica che può essere di varia intensità. La patologia più diffusa che ne deriva è la rinite allergica che può essere aggravata dalla congiuntivite e che colpisce il 60% degli europei di cui il 20% in forma grave, cioè con asma conseguente.