La celiachia è una condizione seria, un'intolleranza permanente ad una proteina del grano chiamata glutine, presente anche in altri cereali come orzo, segale e avena. Per le persone affette da morbo celiaco l'introduzione anche di piccole quantità di questi alimenti, spesso contenuti in tracce in maniera pressoché ubiquitaria, innesca un movimento immunologico molto complesso, che si traduce nella scomparsa dei villi intestinali, che normalmente rivestono la mucosa intestinale. Il malassorbimento intestinale (non a caso è definita anche come sindrome da malassorbimento intestinale) che ne deriva porta ad uno stato di mal nutrizione e tutta una serie di conseguenze che vanno dalla diarrea a disturbi molto più seri (turbe mestruali, disturbi neurologici, dolori ossei, fragilità degli annessi...).
Le cause sembrano essere genetiche anche se studi recenti ipotizzano il coinvolgimento di un reovirus (University of Chicago Celiac Disease Center).
E la gluten sensitivity?
Esistono pareri molto discordanti per quanto riguarda la gluten sensitivity (sensibilità al glutine diversa dalla celiachia NCGS), che si manifesta con sintomi intestinali ed extraintestinali. L'esistenza stessa di questa forma di intolleranza è messa in discussione dagli esperti. E' vero, l'esclusione del glutine riesce a mitigare taluni sintomi, ma ciò sembrerebbe legato più ad un effetto placebo e comunque non esistono ancora evidenze scientifiche che ufficializzino l'esistenza stessa della NCGS. Il rischio di autodiagnosi è veramente elevato anche perché si crede, a torto, che l'esclusione del glutine dalla dieta sia una sorta di panacea per disturbi che vanno dalla colite al sovrappeso.
Una moda "vip"
Da Gwyneth Paltrow, Lady Gaga a Victoria Beckham l'elenco di star internazionali che hanno detto no al glutine è in continuo aumento. Tutto ciò che è moda e glamour, si sa, non può che attirare proseliti da ogni parte del mondo. Il glutine viene ritenuto fonte di tutti i mali, causa di infiammazioni e alla base di numerose patologie.
La sua attività tossica è attribuita principalmente alla manipolazione genetica dei grani antichi tra cui l'irradiazione di raggi gamma dell'antica varietà "Cappelli" che ha portato alla creazione di una varietà di frumento nana il "Creso" ben più ricca di glutine (la "colla" della farina) utilizzata nel 90% degli alimenti prodotti alimentari in Italia.
Dunque la sovraesposizione a questa proteina sarebbe alla base di intolleranze e sensibilità più o meno diagnosticabili e verificabili.
L'appello AIC in occasione della "Settimana nazionale della celiachia"
Tra il 13 ed il 21 Maggio si terrà la terza edizione della "Settimana della Celiachia" promossa dall'AIC (Associazione italiana Celiachia). Si è calcolato che il fatturato annuo del settore gluten-free si aggiri intorno ai 320 milioni di Euro, ma di questi ben 105 milioni di Euro deriverebbero dal consumo di soggetti non intolleranti al glutine, che vi hanno rinunciato nell'illusione di poter dimagrire o apportare in qualche modo dei benefici alla propria Salute. Tuttavia se non adeguatamente informati (spesso la loro è un'iniziativa fai-da-te), coloro che hanno fatto questa scelta continueranno comunque ad ingerire tracce di glutine, perché questo si trova anche negli alimenti più insospettabili (salumi, formaggi, prodotti confezionati in genere, etc.).
L'appello lanciato dall'AIC è chiaro: "Nessuna ricerca - spiega Giuseppe Di Fabio, presidente AIC - ha finora dimostrato qualsivoglia effetto benefico per i non celiaci nell'alimentarsi senza glutine, anzi. Gli studi scientifici hanno ampiamente dimostrato che in chi non è celiaco l'esclusione del glutine è inutile". Un recente studio britannico citato da Marco Silano, Direttore del Dipartimento Nutrizione dell'Iss, dimostrerebbe anzi che: "nei non celiaci l'esclusione del glutine non riduce il rischio vascolare, come alcuni sostenevano".
Il rischio è la banalizzazione della malattia celiaca
Si è calcolato che in Italia gli intolleranti al glutine siano oltre 600.000, ma solo 190.000 hanno ricevuto una diagnosi certa, talvolta non facile da ottenere (la celiachia può manifestarsi anche in età adulta, spesso con sintomi più sfumati).
"I celiaci hanno faticosamente conquistato diritti e tutele che però - avverte AIC - rischiano di essere messi in discussione dal diffondersi della moda del senza glutine tra i non celiaci, che banalizza la malattia".