La 'bufala' sul gelato artigianale era collegata alla triste notizia della bambina morta di Sindrome emolitica uremica, o SEU, dopo che aveva mangiato un gelato artigianale. Ma, nonostante nel gelato mangiato dalla bimba non sia stata trovata nessuna traccia del batterio incriminato, un testo, diffuso tramite social, ha diffamato questo alimento creando panico tra gli utenti. Il messaggio sembrava avere la paternità di un medico di Fasano, il Dr. Antonio Scianaro, il quale ha subito smentito di averlo divulgato su Whatsapp ed presentato una denuncia contro ignoti.

I campioni del gelato residuo conservato in frigorifero dai famigliari della bimba di Altamura sono stati esaminati dai tecnici della Asl e dai Nas di Bari dando esito negativo: nessun batterio patogeno è stato trovato nell'impasto. Il gelato in questione era sospetto per avere latte non pastorizzato tra gli ingredienti, ma non è stata quella la fonte del microrganismo che ha causato la sindrome nella bimba. Anche un altra bambina è in gravi condizioni per lo stesso tipo di batterio, ma ancora non si hanno risposte circa la causa della loro infezione.

La stagione del gelato

Diffondere una notizia falsa sul gelato può far crollare tutto il mercato dell'alimento più gettonato in estate. Conoscere qualche dettaglio in più sulla sua produzione può aiutare a scegliere il gelato migliore per il nostro organismo.

Il gelato è un alimento ottenuto miscelando vari ingredienti portati poi alla solidificazione attraverso il congelamento, durante il quale la miscela viene agitata per insufflazione di aria. Anche nei tempi antichi era usato come dessert e probabilmente veniva prodotto refrigerando una miscela di frutta, latte e miele. L'origine del gelato come lo conosciamo oggi è certamente italiana, ma la sua diffusione in tutta Europa partì dalla Francia.

Fu un cuoco siciliano ad inventare nel lontano 1686 una miscela per gelato molto simile a quella che usiamo ai giorni nostri. Di certo il gelato siciliano era più naturale del nostro, che purtroppo viene talvolta addizionato di ingredienti artificiali per migliorarne gusto, tenuta ed estetica. È difficile capire quali creme esposte nelle vaschette siano naturali e quali contengano sorprese tra gli ingredienti: ci sono infatti gelatai che preferiscono usare materie prime a basso costo piuttosto che salvaguardare la salute dei consumatori.

Possiamo però seguire alcuni semplici regole per svelare i trucchi usati dai gelatai disonesti.

Le regole

La forma perfetta non esiste, se vediamo vaschette di gelato a forma di piramide, che rimane intatta per ore senza alcun segno di cedimento, significa che sono state aggiunte margarine e grassi idrogenati al composto. Il pistacchio dovrebbe avere un colore verdastro tendente al bruno, se è di colore verde acceso sicuramente avranno aggiunto una bella dose di coloranti. Anche gli altri gusti non dovrebbero avere colori sgargianti, perché il prodotto frullato o ridotto in crema ha sempre un colore più tenue di quello naturale del frutto. Attenzione quindi al gusto fragola troppo rosa o al melone troppo arancione.

Il gelato che non segue le stagioni non è sintomo di naturalità, dal momento che le materie prime sono coltivate in serre o arrivano da posti lontani. Niente gusto di arancio o castagna in piena estate dunque.

Attenzione anche a odore e sapore: il gelato naturale ha un aroma più simile a quello del frutto da cui origina e negli impasti di frutta il profumo si identifica meglio rispetto alle creme, come ad esempio fiordilatte, pistacchio, nocciola perché in queste c'è una maggior percentuale di grassi che trattengono il profumo all’interno. Bisogna fare attenzione alla velocità con cui il gelato si scioglie: un gelato naturale si scioglie molto rapidamente, una volta tolto dalla vaschetta refrigerata, se rimane solido per molto tempo vuol dire che c'è qualche sostanza chimica che glielo impedisce.

Infine sono da preferire i gelati mantenuti in vaschette chiuse, i pozzetti, che non lo rendono visibile al consumatore ma garantiscono migliori qualità organolettiche dal momento che non subiscono alterazioni dovute alla luce e alle variazioni di temperatura.