Con l’avanzare dell’età e con la menopausa (causa della diminuzione dei livelli di estrogeni) si tende a perdere massa magra, a prendere peso e ad accumulare grasso addominale. In particolare, il grasso viscerale è considerato responsabile di molti disordini (ipertensione, dislipidemia e insulinoresistenza), spesso concomitanti, definiti come sindrome metabolica, che è l’anticamera di malattie cardiovascolari e diabete.

Lo studio condotto a Katowice, in Polonia

La Jerzy Kukuczka Academy of Physical Education di Katowice, Polonia, in un lavoro pubblicato sulla rivista Biogerontology nel giugno 2017, ha analizzato l’effetto della camminata su 85 donne in menopausa di età compresa tra 47 e 81 anni, in sovrappeso/obese (indice di massa corporeo BMI tra 26 e 30), già abituate a fare circa 10 mila passi al giorno.

In gran parte delle partecipanti (l’86%) si riscontrava un contenuto di grasso addominale superiore alla norma (maggiore di 100 cm2) e un’elevata possibilità di andare incontro a sindrome metabolica.

Meglio le donne che camminano di più

Il 44% delle donne mostrava già un’alterazione della glicemia o dei trigliceridi e della pressione arteriosa (sindrome metabolica) e i livelli più alti di grasso viscerale (area media di 153 cm2). Solo le donne molto attive, che superavano i 12.500 passi al giorno, avevano un BMI attorno a 26 (sovrappeso, ma non obese), riuscivano a mantenere l’area di grasso viscerale più bassa e i marker metabolici nella norma, ossia contrastavano il rischio di comparsa della sindrome metabolica.

Raccomandazioni per uno stile di vita sano

L’insorgenza della sindrome metabolica può essere ostacolata da parecchi interventi sullo stile di vita: i più efficaci sono risultati l’incremento dell’attività fisica e l’adesione ad una dieta bilanciata; prioritari rispetto all’uso di farmaci. L’attività fisica raccomandata consiste in un minimo di 30 minuti al giorno di camminata svelta, più giorni alla settimana, per inibire la formazione di grasso viscerale e mantenere i parametri metabolici (glicemia, trigliceridi, colesterolo) in condizioni fisiologiche.

In lavori precedenti è stato osservato che, per conservare la massa magra attiva, avere un buon metabolismo ossidativo ed evitare lo sviluppo della sindrome metabolica, l’attività fisica dovrebbe essere maggiore di 10 mila passi per gli individui tra 65 e 74 anni e 8 mila per i soggetti di 75-94 anni. Questi dati sono validi per soggetti normopeso, ma per quelli in sovrappeso/obesi, la situazione cambia.

Sperimentazionesu tre categorie di donne

Le donne reclutate nello studio, in sovrappeso e obese, sono state classificate in tre categorie mediante l’uso di dispositivi portati nelle tasche di cinture elastiche per 12 ore al giorno: 38 donne erano sufficientemente attive con 10 mila passi al giorno, 24 attive con 10 mila/12.500 passi, 23 molto attive con più di 12.500 passi al giorno. Il grasso viscerale è stato misurato mediante bioimpedenziometria e analizzatore InBody 720 e, indirettamente, con un nastro misuratore attorno alla circonferenza addominale; la pressione arteriosa è stata valutata due volte dopo 15 minuti a riposo con uno sfigmomanometro standard a mercurio. La concentrazione del glucosio e dei trigliceridi nel sangue è stata quantificata con prelievi a digiuno e saggi enzimatici. Anche in questo studio l’eccesso di tessuto adiposo viscerale è risultato uno degli indicatori antropometrici più importanti per predire le anomalie dei parametri metabolici.