Negli ultimi tempi il mercato delle sigarette elettroniche, la cosiddetta e-cigarette, è in forte espansione. Mentre però alcuni fumatori sono poco propensi a lasciare le classiche bionde, in molti guardano all'alternativa “digitale” per provare ad eliminare del tutto il vizio del fumo. Ed ovviamente la domanda che in molti si pongono è: “Sono effettivamente meno nocive delle sigarette?”.

Sigarette elettroniche dannose come il tabacco

È naturale che con l’aumento della loro popolarità ci sia adesso un maggiore controllo. Ed alcuni studi (condotti ad arte?) dimostrerebbero che le sigarette elettroniche sono altrettanto nocive come la loro controparte analogica.

Uno studio condotto da chimici dell'Università del Connecticut (UCONN) offre nuove prove che le sigarette elettroniche sono potenzialmente dannose come le sigarette di tabacco. Ma è vero? Questa è la domanda da miliardi di dollari per l'industria e-cig. Naturalmente quando c’è un forte incentivo finanziario, è indispensabile mettere in discussione tutto. Ed il modo più semplice per rispondere a una domanda complicata è quello di seguire il flusso dei soldi. In questo caso si può iniziare dallo studio stesso che è “paywalled”. Questo vuol dire, in gergo web, che potervi accedere e leggerne i contenuti, è necessario pagare. Ovviamente di questo ne beneficiano sia i ricercatori che hanno condotto e pubblicato la ricerca, che l’hosting “no-profit”, in questo caso JSTOR.

Tutti sappiamo che nel giornalismo il primo impatto con un articolo è il titolo, quindi se questo è d’effetto attirerà molti più lettori. Ed ovviamente in questo caso, il modo più semplice per ottenere la loro attenzione è giocare sulla paura e il motivo primario di abbandonare il tabacco: la morte. In pochi decideranno di spendere qualche euro e acquistare per leggere lo studio nel dettaglio, ma in molti si fermeranno al titolo.

Ora paywall a parte, si sa che la ricerca scientifica ruota intorno ai fondi ed ai riconoscimenti, e quindi tende, anche senza volerlo, a guidare ed appoggiare determinati interessi. Lo studio in questione, prima di entrare nel merito dei risultati, inizia presentando la sua innovativa “Matrice micro-fluida” stampata in 3D, sviluppata per "rilevare i danni riportati dal DNA a causa dei metaboliti nei campioni ambientali".

Con buona probabilità, i ricercatori del Connecticut intenderanno prima o poi, vendere questo dispositivo.

20 boccate di sigaretta elettronica equivalgono ad una sigaretta di tabacco

Ma oltre ai possibili ricavi della vendita del dispositivo, ci sono anche altri incentivi. C’è senza dubbio l’attenzione che l’Università in questione riceve grazie a questo studio, con conseguente aumento delle sovvenzioni pubbliche, oltre che dei sostenitori privati. Per l'Università del Connecticut, è probabilmente una buona cosa che la maggior parte non legga il testo della ricerca. Sempre in ambito finanziario, il più grande incentivo a screditare e mettere in dubbio le sigarette elettroniche, viene dai legislatori stessi.

In America uno dei più grandi finanziatori della campagna elettorale del partito Repubblicano, nonché ministro della Salute del governo Trump, ha legami con l’industria del tabacco. Lo stesso Vice Presidente degli Stati Uniti, Mike Pence, ha più volte ribadito che "nonostante l'isteria della classe politica e dei media, il fumo non uccide". Entrando nel merito dello studio, la UCONN ha utilizzato una "tecnica di inalazione artificiale" precedentemente esaminata. In sostanza, una macchina tira sul dispositivo per simulare l'inalazione, stabilendo che 20 boccate di una sigaretta elettronica sono circa equivalenti ad una sigaretta di tabacco, cosa più o meno plausibile. Hanno quindi raccolto campioni a 20, 60 e 100 boccate prima di determinare le e-cigs erano altrettanto pericolose per il DNA, portando a mutazioni che possono causare tumori.

Senza una documentazione adeguata sulla metodologia della prova, non ci è dato se queste boccate sono di liquido effettivo, o della cosiddetta bruciatura a secco. La bruciatura a secco si verifica quando il liquido e-cig è terminato e sta praticamente bruciando la resistenza, portandovi a inalare il fumo effettivo, non il vapore prodotto dal liquido e-cig. 20 soffi possono facilmente scaricare un dispositivo, e UCONN non fa menzione se il serbatoio è stato riempito nuovamente o se il resto delle 20 o 60 o 100 boccate sono state effettuate con a secco. È ben noto che l'inalazione dei sottoprodotti di combustione secca è causa di cancro, ma non quello che in genere i fumatori di e-cig tirano nei loro polmoni.

Il dibattito sulle sigarette elettroniche e se queste siano o meno dannose per l’organismo umano, è senza dubbio importante. Scientificamente, però, questo studio contraddice quasi tutto quello che abbiamo appreso fino ad ora sulle sigarette elettroniche, ed allontana molte persone da quella che può essere un'alternativa più sicura del tabacco. Ma è ugualmente ingenuo supporre che essa sia completamente sicura.