Anche il (falso) mito del sale rosa dell'Himalaya è stato sfatato. O meglio, ridicolizzato. Il merito va attribuito ad un chimico italiano, Dario Bressanini, che ha espresso le proprie tesi sul Blog Scienza e cucina del quotidiano Repubblica. Fino ad oggi si era creduto che il sale in questione avesse delle proprietà benefiche a dir poco miracolose. In realtà, come spiega Bressanini, nulla di tutto quello che era stato affermato in precedenza corrispondeva al vero. O meglio, il sale caratterizzato da quel particolare colore non avrebbe né più né meno rispetto ad altri comunissimi sali presenti nei supermercati e, spesso, sulle nostre tavole.

Il falso mito smontato pezzo per pezzo

Il nome "sale rosa dell'Himalaya" è esso stesso ingannevole. Infatti, il sale rosa che si acquista non proviene dalla celebre catena montuosa asiatica, bensì dal Pakistan, in una regione che si trova ad oltre 100 chilometri dall'Himalaya, famosa per essere la sede della seconda miniera di sale più grande non soltanto dell'Asia ma di tutto il mondo. Nella miniera di Kevra, questo il nome della regione, questo tipo di sale si trova a tonnellate, con differenti gradazioni. Non c'è dunque alcun collegamento con l'Himalaya, né tanto meno un'esclusiva. Forse associare al sale il nome della catena montuosa più famosa al mondo poteva maggiormente "attrarre" i potenziali clienti.

"L'unico sale non inquinato è quello rosa dell'Himalaya". Anche questa affermazione è falsa. Tutti i sali vengono raffinati. A processo completato, il 98 per cento che rimane è cloruro di sodio. Degli altri agenti chimici non vi è traccia. La stessa percentuale di cloruro di sodio (sale) è presente in quello rosa dell'Himalaya.

Né più né meno. Un altro tabù che quindi crolla miseramente, rendendo un tantino meno leggendario il celebre sale.

"Il sale rosa dell'Himalaya contiene 84 oligoelementi". Falso. E' l'ultimo colpo mortale che il chimico Bressanini attesta al leggendario sale miracoloso, stando almeno a quanto raccontato, e poi scritto nel libro "Acqua e sale", da Peter Ferreira, autoproclamatosi chimico.

Bressanini afferma infatti che sì, il sale rosa contiene alcuni oligoelementi, ma che questi siano quantificabili in un numero infinitamente più piccolo, dai 10 ai 20. E non è tutto, perché nel sale proveniente dalla miniera di Kevra vi sono elementi come il cadmio che, se assunti in quantità maggiori rispetto a quelle dovute, sono considerati potenzialmente cancerogeni. Se vuoi ricevere altre news dal mondo della salute ed eventuali aggiornamenti sulla notizia odierna concernente il famoso sale cliccate il tasto Segui in alto a destra.