A decorrere dall'autunno anche il Regno Unito inserirà il vaccino antiepatite B tra quelli raccomandati. A scriverlo è il British Medical Journal, una delle riviste scientifiche di medicina generale più influenti al mondo, in un articolo di Ingrid Torjesen, giornalista esperta di politica sanitaria e penna per il BMJ da anni. Mediante questo provvedimento, anche uno degli ultimi paesi europei a non prevedere il vaccino anti-HBV, si dota di un programma di immunizzazione universale volto a limitare la diffusione, possibilmente fino all'eradicazione, del virus che provoca una forma di epatite aggressiva, per la quale non esiste terapia definitiva e che può condurre alla morte nel caso di cronicizzazione.

Il provvedimento

I nati a partire da agosto 2017 riceveranno il vaccino esavalente Infanrin Hexa, anziché il pentavalente, precedentemente previsto. Questo vaccino, già utilizzato in altri paesi, somministrato mediante due o tre iniezioni intramuscolari, garantisce protezione da sei malattie: difterite, tetano, pertosse, poliomielite, Haemofilus influenzae di tipo B e, appunto, epatite B. Il vaccino è efficace nel 95% dei casi ed è ritenuto particolarmente sicuro.

Piani vaccinali a confronto

A differenza di quanto accade in Italia, dove le strategie di politica sanitaria prevedono l'obbligatorietà di alcuni vaccini, nel piano inglese le vaccinazioni sono semplicemente raccomandate. In particolare, in Regno Unito esiste la figura del general practitioner, un esperto di prevenzione ed educazione alla salute vicino alle famiglie, che informa i genitori, proponendo le soluzioni migliori, per poi eseguire il vaccino durante la visita in studio.

Evidentemente, questo sistema è efficace, considerata l'elevatissima copertura vaccinale esistente oltremanica, nonostante la sola raccomandazione. La copertura vaccinale in Italia, invece, è piuttosto bassa, rasentando, in quasi tutti i casi, le soglie di sicurezza che garantiscono l'immunità di gregge. Secondo il Professore di Igiene e Medicina preventiva dell'Università di Bari, Pier Luigi Lopalco, l'obbligatorietà non esiste in quei paesi che hanno un forte senso di responsabilità sociale, come Regno Unito, Svezia e Norvegia.

Qualunque sia il piano vaccinale previsto e al di là delle strategie adottate, l'obiettivo comune della medicina, per la salvaguardia della collettività, è quello di eradicare completamente le malattie prevenibili mediante vaccinazione, come già accaduto per il vaiolo.