Pfas è un acronimo che non tutti conoscono ma ultimamente questo nome è diventato drammaticamente noto nella zona del veneto. Sono state rinvenute infatti percentuali elevatissime di sostanze tossiche per la salute umana. Si tratta di composti chimici largamente utilizzati in campo industriale, e comportano non pochi rischi.

Che cosa sono i PFAS?

La sigla sta ad indicare gli Acidi-Perfluoro-Alchilici. La famiglia di questi composti chimici comprende anche gli PFOS e gli PFOA. I primi (perfluoroottanosulfonati) sono utilizzati nelle schiume antincendio.

I secondi, ( acidiperfluoroottanici) sono largamente impiegati nella produzione di materiali a stretto uso quotidiano come il rivestimento della carta e del cartone ad uso alimentare, guaine di pentolame antiaderente, rivestimenti di sedili per automobili e tessuti d'abbigliamento impermeabile. Sfortunatamente si stima che il tempo di smaltimento si aggira attorno ai cinque anni. Un tempo lunghissimo se proviamo a pensare in termini di cumulabilità.

Quali sono i rischi per la salute?

Secondo i ricercatori, la contaminazione derivante da tali sostanze è strettamente correlata all'insorgenza di molteplici patologie. Malattie quali l'ipertensione gravidica, la colite ulcerosa e il cancro ai testicoli sono da annoverare tra le conseguenze a lungo termine di un contatto diretto e di un'intossicazione sanguigna derivante dalla famiglia dei PFAS.

Recenti studi hanno dimostrato come la contaminazione di tali composti influenzi la fertilità e la crescita.

Contaminazione smaltimento

Gli alimenti sono il veicolo più diretto attraverso il quale l'essere umano può venire a contatto con queste sostanze. Se non smaltite correttamente, infatti i PFAS penetrano nelle falde acquifere e utilizzano l'acqua come conduttore, raggiungendo i terreni agricoli.

Purtroppo tutti gli esseri viventi sul pianeta risentono di tale avvelenamento. Attraverso il processo di bioamplificazione gli organismi viventi ai vertici della piramide alimentare accumulano nell'organismo una quantità di sostanze perfluoro-alchiliche di gran lunga superiore a quella presente nell'ambiente.

Una possibile soluzione

E' stata tuttavia avanzata una valida ipotesi risolutiva. Si tratta della plasmaferesi: una procedura nota tra i donatori di sangue, che prevede la separazione dal plasma (parte liquida del sangue) dalla parte cellulare. In questo modo il sangue potrà essere filtrato e "ripulito" dalle sostanza tossiche.