Si moltiplicano gli sforzi per controllare uno dei disturbi più devastanti il nostro sorriso, la piorrea o malattia parodontale. Ricercatori giapponesi hanno analizzato la flora batterica orale, dove albergano circa 700 specie di batteri, confrontando quella presente in una popolazione di soggetti con diabete rispetto a quella di soggetti senza diabete. Una ricerca coreana ha individuato due batteri, Fusobacterium nucleatum e Porphyromonas gingivalis, presenti in quantità rilevante nelle sacche gengivali dei tessuti parodontali. Malattie coronariche, Alzheimer, osteoporosi e altre patologie sono influenzate da questa patologia.

Passi avanti nella conoscenza del cavo orale

La bocca è il primo tratto dove gli alimenti transitano per arrivare al nostro apparato digerente. Ed è anche la sede dove, con la masticazione, inizia il processo di digestione del cibo, grazie alla presenza di molti enzimi e batteri. Non tutti identificati. Anche i denti, oltre ad essere una importante componente estetica, partecipano al processo di masticazione e digestione.

La piorrea, o malattia parodontale, interessa circa il 60% della popolazione italiana, con oltre il 10% di forme gravi ed avanzate. La fascia di età più colpita va dai 35 ai 44 anni; le femmine sono più colpite dei maschi. A differenza della gengivite, che interessa solo il tessuto gengivale, la parodontite coinvolge anche il tessuto osseo che blocca i denti.

Quindi, una delle conseguenze di una parodontite grave è la perdita del dente oltre a varie implicazioni in altre patologie, come vari studi stanno evidenziando negli ultimi anni.

Questo scenario rende legittimo ogni sforzo finalizzato al controllo di questa malattia. Oltre ad una predisposizione genetica, sono le infezioni di batteri che si annidano nella sacca gengivale, tra gengiva e dente, a favorirne la malattia.

Ma non sono ancora (tutti) noti i batteri responsabili di questa infezione.

Un recente studio coreano - su J. Oral Sci., primo autore Ogawa T., ha esaminato campioni di tessuti gengivali di 7 pazienti affetti da parodontite, allo scopo di caratterizzare la flora batterica presente in queste lesioni. I test sono stati eseguiti analizzando la sequenza della sub-unità minore dell’RNA ribosomiale batterico (16S rRNA).

A livello della placca sono stati individuati una varietà molto ampia di batteri mentre nei tessuti tale varietà era limitata. Qui, invece, erano poco rappresentati alcuni batteri, tipo Firmicutes, mentre erano presenti in abbondanza batteri come Fusobacteria e Chloroflexi. In particolare, il 15-40% dell’intera flora batterica presente in questi tessuti era rappresentata da Fusobacterium nucleatum e Porphyromonas gingivalis.

Porphyromonas gingivalis è l’inquisito numero 1

Vari studi stanno evidenziando il ruolo di questo batterio in patologie che, apparentemente, nulla hanno a che fare con la bocca. Una parodontite grave fa aumentare il rischio ictus, patologie coronariche, patologie respiratorie, diabete, disturbi neurologici, complicanza in gravidanza e osteoporosi.

Uno studio svedese, coordinato da Torbjörn Bengtsson e pubblicato pochi mesi fa su American Society for Microbiology, ha mostrato come pazienti affetti da parodontite grave hanno una probabilità 6,6 volte maggiore di rischio infarto e ictus. Somministrando P. gingivalis in cellule muscolari lisce aortiche coltivate, si è osservato un aumento dell’espressione dell’angiopietina-2, un fattore di crescita vascolare e promuovente l’infiammazione. Lo stesso che a livello dell’aorta ne aumenta la proliferazione delle cellule muscolari lisce, anticamera dell’aterosclerosi.

Uno studio pubblicato su J. Alzheimner Dis., primo autore Harding A., ha messo in evidenza il ruolo del P. gingivalis in patologie a carico del sistema nervoso centrale come Alzheimer e demenza.

Ma quali sono i fattori predisponenti la parodontite? Sono molteplici, da fattori biologici (malattie croniche come il diabete, indebolimento difese immunitarie, sbalzi ormonali) a quelli comportamentali (fumo di sigaretta, alcool, scarsa igiene orale, stress, interventi odontoiatrici mal fatti). Limitare questi fattori di rischio e lo sviluppo - auspicabile - di farmaci specifici, come antibiotici attivi sui batteri maggiormente imputabili di questa infezione/infiammazione, potrà finalmente dare una risposta concreta al problema parodontite o piorrea.