Un recente studio condotto dal National Institutes of Health, appena pubblicato sulla rivista alzheimer & Dementia: the Journal of the Alzheimer Association, ha messo in relazione lo sviluppo del morbo di Alzheimer con il consumo di zucchero. L'esito della ricerca potrebbe aprire nuovi scenari di cura per questa terribile malattia che affligge milioni di persone in tutto il mondo.

Alzheimer: una pandemia?

La forma più diffusa e comune di demenza degenerativa è il morbo di Alzheimer. Secondo gli ultimi dati i malati sono circa 600.000 solo sul territorio italiano.

A livello globale l'Alzheimer's Disease International registra circa 10 milioni di nuovi casi ogni anno che significa un nuovo malato ogni 3 secondi. Il morbo si presenta normalmente in età presenile e comporta la perdita progressiva di facoltà mentali basilari come la memoria oltre a determinare disturbi comportamentali, disorientamento e alterazioni sensoriali. Di fronte a questa pandemia la medicina ufficiale combatte da anni seguendo sentieri consolidati ma anche percorsi e cure alternative suggerite da nuove scoperte come quelle del National Institutes of Health.

I risultati della ricerca del NIH

Lo studio coordinato dal neurologo Madhav Thambisetty presso il Nia’s Laboratory of Behavioral Neuroscience ha messo a confronto i cervelli di persone decedute con il morbo di Alzheimer e quelli di soggetti che invece sono morti senza manifestare alcuna forma di demenza.

I ricercatori hanno scoperto che il consumo eccessivo di zucchero potrebbe indurre un peggioramento dei sintomi dell’Alzheimer rendendolo più aggressivo e veloce nel decorso clinico. L'osservazione, infatti, ha dimostrato che i cervelli dei malati di Alzheimer presentavano un eccesso di zucchero nelle zone colpite dalla malattia al contrario dei cervelli degli individui non affetti da demenza che avevano dei livelli normali.

Gli zuccheri danneggiano la glicolisi?

Tali differenze nella composizione cerebrale sono state attribuite ad una disfunzione della glicolisi, un processo del corpo umano che trasforma gli zuccheri in energia per renderli utilizzabili. In pratica quindi, i malati di Alzheimer avrebbero difficoltà a trasformare il glucosio per renderlo spendibile dal nostro organismo, perché l'eccessiva quantità dello stesso renderebbe difficoltosa la glicolisi.

Altre ricerche in passato avevano prodotto risultati che indicavano lo zucchero come potenzialmente nocivo per le strutture cerebrali tanto che nel 2005 la malattia di Alzheimer fu soprannominata Diabete di tipo 3. I risultati di questo studio aprono nuovi scenari per la medicina che potrà guardare alla glicolisi come la chiave di volta per vincere la lotta contro il morbo di Alzheimer.