Uno studio pubblicato sulla rivista medica Gut del gruppo BMJ ha stabilito una correlazione diretta tra un uso eccessivo degli antiacidi più comunemente utilizzati per contrastare i sintomi classici del Reflusso gastrico negli adulti ed un'accresciuta probabilità di contrarre un tumore dello stomaco.

Secondo i dati pubblicati dai ricercatori inglesi, infatti, la probabilità di un tale evento sarebbe di quasi due volte e mezzo superiore nei soggetti che usano frequentemente questa tipologia di farmaci, rispetto a coloro che ne fanno uso in maniera più moderata.

Bisogna comunque precisare che si tratta di uno studio empirico, sviluppato su un campione significativo di 60 mila pazienti, anche se i risultati trovati inducono, come minimo, ad attenta riflessione. Anche perché si tratta di una classe di medicinali fra i più utilizzati al mondo. Solo in Europa a soffrire di reflusso gastroesofageo sarebbe tra il 10 ed il 20% della popolazione.

Come si è identificata la relazione sospetta

Anche se studi precedenti avevano ipotizzato una relazione tra l'utilizzo degli antiacidi ed il tumore allo Stomaco, in questo caso ci troviamo di fronte al primo studio in assoluto nel quale è stato utilizzato un campione tanto esteso. Inoltre, i componenti del campione erano stati trattati in modo tale da eliminare completamente dal loro organismo ogni traccia dell' Helicobacter pylori, che è all'origine del tumore allo stomaco.

Questo ha permesso di identificare la relazione sospetta tra antiacidi e probabilità accresciuta di sviluppo tumorale.

La procedura seguita dai ricercatori

I ricercatori hanno preso in considerazione la storia clinica di oltre 63 mila soggetti, sia uomini che donne, in un arco di 10 anni dal 2003 al 2012. Durante questo periodo hanno suddiviso il campione in due categorie.

Alla prima categoria, composta dal 5% dei soggetti, circa 3200 persone, hanno chiesto di assumere gli antiacidi regolarmente o, comunque, quando ne sentivano la necessità per circa tre anni. Mentre gli appartenenti alla seconda categoria hanno assunto un'altra tipologia di farmaci e cioè gli antagonisti dei recettori H2 dell'istamina.

Questi farmaci, nello specifico, inibiscono la secrezione gastrica.

I risultati hanno stupito anche i ricercatori. Infatti, mentre nel primo gruppo, nel corso degli anni, hanno contratto il tumore allo stomaco 153 soggetti, nel gruppo che ha assunto gli antagonisti dei recettori H2 nessuno ha contratto il cancro allo stomaco.

I punti di debolezza dello studio

Per correttezza di informazione bisogna sottolineare che questo studio presenta diverse criticità. Innanzitutto, la popolazione del campione era composta, prevalentemente se non totalmente, da soggetti di razza asiatica, notoriamente geneticamente più predisposto al tumore gastrico. In più sono stati esclusi i soggetti che non hanno risposto alla cura con antibiotici ed il numero di casi di tumore era relativamente basso.

Secondo il dottor Carmine Pinto, direttore del reparto di oncologia medica del Clinical Cancer Center di Reggio Emilia, il punto discriminante messo in luce da questo studio sta nella giusta lunghezza dei trattamenti e, di conseguenza, in una attenta e oculata prescrizione medica. Infatti, dai dati raccolti appare evidente che il rischio di contrarre il cancro allo stomaco aumentava proporzionalmente all'aumentare della durata dell'assunzione dei farmaci.

Dato che tali farmaci possono essere assunti per anni, se non per decenni, senza alcuna apparente conseguenza, suggerisce il dottor Pinto, sarebbe una buona abitudine predisporre, con la stessa regolarità, un esame endoscopico per salvaguardare adeguatamente il nostro Benessere.