Come tanti altri, la 26enne Nia Payne voleva vedere la storica eclissi solare dell'agosto di quest'anno, ma non aveva un paio di occhiali protettivi. Nonostante ciò la giovane, residente a Staten Island (New York), decise ugualmente di uscire e di guardare il sole ad occhi nudi - in quel momento il 70% della stella era coperto - per circa sei secondi prima di rendersi conto che era necessaria una protezione per gli occhi. Così prese in prestito un paio di occhiali da eclissi da una persona che le era accanto, e riprese ad osservare il fenomeno per circa 15-20 secondi.
Gli effetti dell'eclissi
Per i due giorni successivi, Payne vide una macchia nera a forma di mezzaluna, molto simile all'eclissi che aveva osservato. Alla fine si decise ad andare al pronto soccorso, dove le consigliarono di recarsi presso il dipartimento oculistico dell'ospedale Mount Sinai di New York, dove i medici eseguirono una scansione dettagliata delle sue retine. I risultati degli esami lasciarono piuttosto perplessi gli specialisti, i quali decisero di approfondire la questione portando avanti uno studio accurato, i cui risultati sono stati pubblicati solo di recente.
La macchia nera che vedeva la 26enne e il danno corrispondente alla sua retina erano immagini speculari dell'eclissi stessa.
È stato dimostrato che "le intuizioni degli scienziati erano corrette" circa i danni che il sole può causare agli occhi, come ha dichiarato Avnish Deobhakta, assistente professore di oftalmologia presso il Mount Sinai, e coautore della ricerca.
Gli esperti del settore conoscono già da molto tempo la retinopatia solare che è una "rara forma di lesione retinica derivante dall'irradiazione diretta", si apprende dallo studio.
Questa patologia si verifica quando le radiazioni del sole bruciano la retina, e ciò può avvenire anche quando il sole è oscurato dalla luna durante un'eclissi, perché molti raggi riescono comunque a raggiungere la Terra. I medici dell'ospedale statunitense diagnosticarono rapidamente a Payne questa lesione che era particolarmente grave all'occhio sinistro.
Le chiesero di disegnare il punto nero che vedeva su un pezzo di carta: si trattava di una mezzaluna che assomigliava molto all'eclissi stessa.
Una mezzaluna nell'occhio
I ricercatori hanno osservato da vicino lo strato dei fotorecettori della retina, ovvero la parte che "cattura la luce del sole e la converte in energia elettrica, in modo che il nostro cervello possa dare un senso di luce", ha detto Deobhakta. La stella aveva bruciato proprio una macchia a forma di mezzaluna sulla retina, uguale all'immagine disegnata dalla paziente. "Quello che abbiamo scoperto è che i raggi del sole hanno danneggiato lo strato del fotoricettore in uno schema molto specifico, a forma di mezzaluna", ha aggiunto il co-autore dello studio.
Il risultato è significativo perché potrebbe essere il primo passo per scoprire un trattamento per questo tipo di problema che non è affatto raro. Ad ogni modo, la mezzaluna nera non scomparirà mai più dagli occhi di Payne che, di conseguenza, dovrà imparare a conviverci.