Secondo il DSM 5, l’ansia è un disturbo che coinvolge diverse aree del funzionamento psichico: l’area cognitiva, in quanto crea pensieri distruttivi e negativi, con varie ossessioni che vanno dalle più innocue alle più pericolose; l’area fisiologica, in quanto causa l’attivazione di vari sistemi, tra cui il sistema endocrino, il sistema gastrointestinale, il sistema respiratorio; l’area emotiva, in quanto provoca emozioni esagerate di paura e di terrore. L’ansia viene classificata in base alla natura, alla durata e alle cause, per cui si possono avere vari tipi di esperienze d’ansia.
Bisogna specificare che l’ansia, come tutti i disturbi mentali, viene considerata “disturbo” nel momento in cui crea un disagio significativo nella vita quotidiana, sia a livello individuale, sia a livello sociale, che a livello lavorativo.
Attacco o fuga: l’ansia come risposta adattiva
Quando l’ansia è a livelli ottimali e funzionali, risulta essere una risorsa indispensabile. Infatti, l’ansia è stata sviluppata nel corso del tempo come risposta adattiva e come risorsa utile alla sopravvivenza dell’intera specie umana. L’ansia è un avvertimento di una situazione di pericolo, si genera quando il nostro cervello percepisce un pericolo, ed è una sensazione che spinge l’uomo davanti il pericolo ad agire; come?
L’ansia provoca principalmente due reazioni: l’attacco, cioè spinge all’azione, a difendersi, a dare il meglio di sé. (si pensi, per esempio, a situazioni come un esame o un colloquio di lavoro: l’ansia serve a dare una spinta maggiore alle proprie capacità, spinge a dare il meglio di sé); la seconda reazione è la fuga, perciò si scappa, si fugge dal pericolo perché ritenuto troppo pericoloso o perché richiede troppe risorse per essere sconfitto e, dato che l’uomo è programmato per sopravvivere, preferisce evitare di morire o di rimanere troppo ferito.
In queste situazioni però il livello di attivazione dell’intero organismo si esaurisce nel momento esatto in cui non si ha più lo stimolo pericoloso di fronte a sé. Quindi, la respirazione torna a livelli normali, il battito cardiaco rallenta, la sudorazione e la salivazione si regolarizza, la muscolatura si rilassa e i livelli di adrenalina e noradrenalina diminuiscono.
Disturbo d’ansia: quando la preoccupazione diventa un modus vivendi
Capita però in molti casi che l’ansia venga vissuta anche senza una reale motivazione per cui l’organismo e il cervello mantiene una costante attivazione che causa un sentimento d’ansia costante. Si vive perennemente in una situazione di tensione muscolare e di negatività, una situazione di costante preoccupazione infondata che porta la persona a vivere tutte le situazioni con un’esagerata paura, panico o addirittura terrore.
Queste persone vivono con la paura di vivere ogni esperienza, la totale perdita di controllo di questa esperienza blocca anche le due tipiche reazioni, generando una tipica reazione di blocco, di situazione in cui non si riesce né ad andare avanti, né a tornare indietro.
Le conseguenze di questo modo di vivere l’ansia sono disastrose: le persone smettono di vivere la vita quotidiana in modo sano, non escono più di casa, a livello lavorativo incontrano difficoltà legate al fatto che sono poco concentrati e volenterosi, perché tutte le proprie forze vengono usate per tenere sotto controllo una preoccupazione infondata e insensata; smettono di instaurare relazioni. Tutto questo crea la formazione di un circolo vizioso: più ci si chiude in se stessi, più viene difficile affrontare le situazioni di vita quotidiana, più viene in salita iniziare a ricreare quelle situazioni e più ci si rifugia nella routine viziosa, per cui si smette anche solo di tentare di vivere normalmente.
Spesso il disturbo d’ansia sfocia nel disturbo di panico, per cui si vive un’esperienza di picco d’ansia che porta la persona a vivere uno stato di puro terrore, in cui si perde il controllo della situazione, si vive l’esperienza di “distaccamento dal proprio corpo”, sembra di uscire fuori di testa, di impazzire. L’ansia è un mostro che attanaglia la mente e il corpo, che causa non poche conseguenze negative e che rende impossibile assaporare il sapore della vita.