Essere genitori è il lavoro più difficile del mondo e ancor di più quando il bambino in questione è affetto da qualsivoglia disturbo mentale. Sono i genitori infatti le prime figure con cui il bambino entra in relazione fin dai primi momenti di vita e sono proprio loro che devono insegnargli in che modo affrontare la vita quotidiana e le varie difficoltà. Quando il bambino ha delle atipie nello sviluppo, questo compito diventa ancora più arduo, in quanto non sempre è molto chiaro come intervenire sulle varie tematiche in funzione della natura del bambino.

Il tutto è reso molto difficile da due reazioni tipiche che il genitore ha quando scopre che il proprio figlio ha un “problema” più o meno grave.

Rifiuto e protezione: reazioni totalmente differenti, ma spesso complementari

Il momento della nascita del proprio figlio è uno dei momenti più importanti nella vita della coppia, è il momento in cui vengono ridefinite le identità del singolo individuo e della coppia, che passa dall’essere una semplice coppia, ad una triade, con diversi obiettivi e scopi. Quando si scopre che il bambino ha delle difficoltà che sono fuori dalla norma, i genitori si trovano ad affrontare una situazione di totale impreparazione, di totale sconforto e di paura. In questi casi avvengono 2 reazioni tipiche, che si susseguono in un breve periodo di tempo: all’inizio i genitori rifiutano l’idea che il proprio figlio possa avere dei problemi, giustificano ogni sua difficoltà affermando che sia normale, sostengono che vi sia solo un semplice ritardo nello sviluppo, continuano a cercare in modo costante delle prove per confutare la presenza della malattia.

In questa fase si creano non poche difficoltà all’interno del gruppo familiare, il bambino viene sottoposto ad uno stress non indifferente, perché vede che i genitori si aspettano da lui ciò che non sa fare, i genitori non riescono a riconoscere la realtà, si creano delle aspettative che vengono costantemente disattese e perciò vivono molto spesso una situazione di frustrazione che crea forte tensioni all’interno del nucleo.

In seguito, quando i genitori capiscono le reali difficoltà del bambino, passano ad una seconda fase, quella dell’accettazione: i genitori capiscono quali siano le difficoltà del bambino, capiscono che è una creatura più vulnerabile degli altri bambini, e sviluppano nei suoi confronti un sentimento di attaccamento e di protezione che fa sì che si instauri una relazione sana tra genitori e figlio.

Questa relazione però molto spesso nasconde degli aspetti negativi: sviluppando un attaccamento così forte, conoscendo la natura delle problematiche del bambino e un sentimento di protezione molto più accentuato proprio in funzione di tali problematiche, la famiglia reagisce in modo molto negativo quando dall’esterno ricevono delle osservazioni sul comportamento del bambino perché vengono viste come un attacco personale, accentuando la chiusura e i comportamenti di protezione verso il bambino, che a lungo andare causano una creazione di una bolla all’interno del quale il bambino vive la sua vita, senza affrontare in modo sano le difficoltà che si potrebbero incontrare nella vita quotidiana.

Educare i genitori ad essere genitori, il 'parent training'

Questi sentimenti possono creare delle situazioni in cui il bambino non riesce a sviluppare totalmente le sue capacità, non impara a relazionarsi molto spesso, e spesso i genitori stessi applicano de comportamenti che sono disfunzionali alla formazione della personalità del loro figlio. Per questo motivo viene spesso suggerito a questi genitori delle sessioni con psicologi, logopedisti ed educatori per far sì che imparino come gestire al meglio le problematiche del bambino, come affrontare le varie fasi di sviluppo e come far fronte alle richieste del bambino.

Spesso questi incontri si basano sulla trasmissione di conoscenze circa la natura del disturbo che colpisce il proprio figlio, quali sono gli aspetti problematici, e soprattutto quali sono i punti di forza, punti su cui devono far leva i genitori, per far crescere un bambino felice e sicuro.

Si dà molta importanza all’aspetto emotivo, aspetto fondamentale nell’instaurazione delle relazioni all’interno del contesto familiare perché strutturano le diverse interazioni; si insegna quindi a canalizzare le emozioni positive in esperienze soddisfacenti e a sfogare in modo sano le emozioni negative invece di rigettarle sui propri familiari. A tutto questo si aggiunge la possibilità di fornire sostegno e supporto, perché in primis bisogna riconoscere che fare i genitori non è affatto un compito semplice, che richiede molte competenze e capacità sia emotive che 'attentive', sia relazionale che di problem solving.