L'Europa fu più volte colpita da epidemie di peste tra il 15° e il 19° secolo, ma la piaga che sterminò un terzo della popolazione fu la Peste Nera, che iniziò nel 1347 e finì nel 1352. Allora le cause del contagio erano ignote, ed erroneamente si credeva ci fossero degli "untori" a diffondere di proposito la malattia. La Peste Nera ebbe origine in Asia Centrale e la causa che la scatenò fu la morte di numerosi roditori che costituivano l'habitat naturale di pulci e pidocchi: in assenza di essi gli insetti, portatori del bacillo della peste, attaccarono l'uomo ed altri mammiferi, diffondendo il morbo.
La scarsa igiene, le fogne a cielo aperto, l'acqua contaminata, aggravarono la situazione e la Peste si propagò velocemente dappertutto. Per molti anni però si attribuì la diffusione del contagio alla presenza dei roditori e varie fonti storiche presentano i ratti come i principali "untori" della peste. Anche in alcuni famosi film del passato, come in "Nosferatu" di Herzog, del '79, si attribuisce la causa della peste diffusa in Germania al'arrivo di navi dall'Est piene di ratti infetti. Ma uno studio recente rafforza la tesi che vede come principale causa del contagio il contatto diretto tra persone con il conseguente scambio di pulci e pidocchi, i veri vettori della malattia.
Lo studio epidemiologico
La ricerca che lo afferma è basata su dati storici e scientifici raccolti nei secoli da varie fonti storiche, sulla diffusione e sulla mortalità derivata dalla piaga. Lo studio è stato pubblicato sulle maggiori riviste scientifiche ed è stato condotto da un team norvegese di Oslo, capitanato dal prof.
Nils Stenseth e che ha visto la collaborazione di una studiosa italiana, la prof.ssa Bramanti dell’Università di Ferrara. La vera causa della diffusione della peste è da imputarsi al morso della comune pulce dell’uomo, la "Pulex irritans" e del pidocchio, "Pediculus humanus". I due insetti infatti possono essere portatori del vero agente infettante, ovvero il batterio Yersinia pestis, da cui originano la famigerata peste bubbonica e la peste polmonare.
La differenza tra le due patologie è dovuto alle zone in cui il batterio viene inoculato: se la Yersinia penetra, attraverso il morso della pulce, nella pelle, il batterio sarà trasportato nei linfonodi che si gonfieranno fino ad avere l'aspetto di “bubboni”. La pulce, o il pidocchio, sono soltanto il vettori dell'agente infettante e "prelevano" la Yersinia mordendo i roditori selvatici, ma anche il ratto comune, "Rattus rattus", dopodichè l'infezione si propaga da èersona a persona, sempre tramite il morso dei parassiti.
La peste polmonare
Quando il batterio non viene inoculato ma entra nell'organismo umano tramite aerosol, ovvero con l' inalazione di particelle minuscole di acqua che inglobano il batterio, si parla di peste polmonare primaria mentre la peste polmonare secondaria è una complicanza della bubbonica.
La diffusione della varietà polmonare è più veloce, dal momento che la Yersinia si trasmette per via aerea, ma meno estesa, poichè le vittime colpite da questa varietà, se non curate, muoiono velocemente, diffondendo meno la peste. La ricerca norvegese ha catalogato e studiato i dati storici di ben nove epidemie di peste polmonare, cercando di individuare dei modelli di trasmissione della malattia, sia veicolata da roditori sia da insetti parassiti. I risultati hanno dimostrato che in 7 casi su 9 gli schemi relativi alla mortalità sono collegati alla trasmissione tramite insetti e ciò spiega come mai la Peste Nera si sia diffusa più delle altre ed abbia avuto la maggiore mortalità di sempre.