Che le sigarette tradizionali nuocessero gravemente alla salute era ormai universalmente riconosciuto. E siamo tutti più o meno coscienti delle conseguenze che ne deriverebbero. Chi pensava di sostituirla, ricorrendo all'innocua e-cig, ovvero la sigaretta elettronica, sperando di non andare incontro alle paventate patologie, invece, dovrà forse ricredersi e sforzarsi di abbandonare anche il ripiego del vizio.

A meno che non consideri seriamente il rischio di procurarsi gravi alterazioni al Dna. Alterazioni che, stando agli studi condotti all'Università di New York, avvalorate da ricerche su cavie animali, comprometterebbero il corretto funzionamento di cuore, polmoni e vescica.

Pareri discordanti

Sebbene infatti non tutti gli studiosi sembrino concordare sui dannosi effetti della sigaretta elettronica, non potendo ancora affermare con assoluta certezza tali riscontri sugli esseri umani, pare proprio che il loro uso comporti mutazioni notevoli alla struttura del Dna, portandolo talvolta a sviluppare

cellule di tipo cancerogeno

, soprattutto a livello polmonare e cardiaco, ma arrecherebbe seri danni anche alla vescica. Ne è convinto il biologo molecolare Gerry Merlino, il quale spiega come, pur "non essendo ancora dimostrata una cancerogenesi vera e propria", non si possa escludere l'effettiva pericolosità dell'e-cig, solo "andrebbe verificato se, in proporzione, i danni del fumo da sigaretta elettronica siano minori o simili a quelli del tabacco".

Le conseguenze, tra l'altro, non sarebbero evidenti nell'immediato, ma a lungo termine. Le sostanze contenute nel congegno elettronico, agirebbero fatalmente in particolare al livello di una delle basi azotate contenute nella nostra catena di acido desossiridonucleico, la guanina, pregiudicandone la capacità di autoripararsi, e ostacolando dunque i processi di trasmissione del codice genetico.

A moderare l'allarmismo ci pensa Fabio Beatrice, otorinolaringoiatra presso l'Università di Torino, il quale afferma che "le sigarette elettroniche producono sostanze nocive in misura di almeno il 95% inferiore rispetto al tabacco tradizionale".

Ma, secondo l'Agenzia che regola il farmaco, la Food and Drug Administration, ci sarebbe ancora un altro rischio non trascurabile attribuito alle elettroniche, dovuto alla possibilità che la batteria possa esplodere con evidenti conseguenze.

Bionde tradizionali o bionde a vapore

Se la vecchia "bionda", bruciando tabacco, emana fumi tossici, la sigaretta elettronica, attraverso un dispositivo attivato da una batteria ricaricabile, vaporizza un liquido aromatizzato, dando la medesima sensazione che ci si aspetta dalla sigaretta tradizionale.

Si tratta quindi di decidere quale delle alternative produca il male minore: se il fumo dovuto alla combustione del tabacco o il vapore scaturito dal serbatoio elettronico. Se è vero che il fumatore ritrova nella gestualità e nella percezione sensoriale, più che nelle sostanze che inala, la soddisfazione che ricerca, non è attualmente altrettanto dimostrabile quale delle "bionde" sia più o meno nociva.