Lo studio di un ricercatore del Dipartimento di Psicologia dell'Università della Pennsylvania, Youssef Ezzyat, ha dimostrato come una stimolazione elettrica del cervello riesca ad aumentare le prestazioni di memoria e le capacità di apprendimento fino al 15% in più.
Ezzyat e colleghi hanno registrato l'attività elettrica cerebrale di alcuni volontari, intenti a memorizzare un elenco di parole. Quando i soggetti non riuscivano a rievocare le informazioni precedentemente acquisite, venivano sottoposti ad un impulso elettrico impercettibile sulla corteccia temporale laterale di sinistra, per incrementare la performance.
L'obiettivo cardine della ricerca è quello di definire e impiantare un sistema di monitoraggio e stimolazione neurale nel cervello di quei pazienti con lesioni cerebrali e disturbi della memoria, al fine di poter aumentare la loro qualità di vita. Questo studio non può che destare interesse anche in quei soggetti dal cervello perfettamente funzionante!
Aspirare ad una memoria più efficiente è il desiderio di molte persone, questo è innegabile, tenendo presente i ritmi frenetici che la società ci impone di seguire (e gli svariati appuntamenti che rischiano di saltare, se non opportunamente segnati sull'agenda o sul proprio cellulare). Studi scientifici dimostrano che esiste modo per preservare la propria memoria e mantenere uno stato di salute del proprio organismo a livelli ottimali.
Dormire bene
Privare il cervello di un numero adeguato di ore di sonno tende ad influire negativamente sulla forza delle connessioni sinaptiche (collegamenti fisici mediante i quali i neuroni comunicano l'uno con l'altro) nell'area ippocampale (sita nel lobo temporale, atta a trasformare la memoria a breve termine in memoria a lungo termine e a provvedere ad una corretta navigazione spaziale).
Negare il riposo al proprio organismo impedisce l'attivazione delle vie di segnalazione molecolari, che inducono e mantengono il potenziamento a lungo termine (LTP), che permette la creazione di nuove sinapsi, il rafforzamento di quelle esistenti e l'eliminazione di quelle oramai troppo deboli (Bliss e Lomo 1973; Whitlock et al 2006).
Senza questo cambiamento alla base della corteccia, l'apprendimento risulta deficitario.
Altro fattore non di poco conto: durante le ore di sonno, il cervello, attraverso il sistema linfatico, rimuove dall'organismo le sostanze di scarto, evitando gli accumuli proteici, come quello della proteina beta amiloide (Nedergaard et al 2013). La proteina beta amiloide può aggregarsi in ammassi che impediscono la comunicazione tra neuroni: ciò è uno dei segni fisiologici più evidenti nella demenza di Alzheimer.
Mangiare sano
Una corretta alimentazione è essenziale per mantenere buone prestazioni cognitive, soprattutto in termini di efficienza mnesica. Il British Journal of Nutrition incentiva il consumo di alimenti ricchi di flavonoidi, per avere effetti positivi sulla memoria, come i frutti di bosco, le mele e gli agrumi.
Secondo uno studio della Northumbria University, il tè alla menta piperita migliorerebbe sia la memoria a lungo termine che quella di lavoro; mentre l'odore del rosmarino incentiverebbe la capacità di programmazione, influenzando in maniera consistente la memoria prospettica.
Alimenti ricchi di boro aiutano la corretta funzionalità neuronale e una comunicazione sinaptica migliore tra i neuroni. Inoltre, secondo uno studio condotto in Olanda dalla dottoressa Van Dusseldorp, una ridotta quantità di vitamina B12 e di ferro riduce performance cognitive come la formulazione di pensieri astratti, di memorizzazione e di orientamento spaziale.
Voglia di sperimentare ed entusiasmo
Col tempo, i contatti tra i neuroni si impoveriscono, soprattutto fra i neuroni delle regioni del cervello che hanno il compito di selezionare e integrare le nuove informazioni e creare le tracce mnesiche.
Ciò mette in luce una questione fondamentale: il cervello va sempre allenato.
Bisogna sempre integrare la propria rete neurale di stimoli e non perdere mai la voglia di imparare, né a 20 né a 50 anni! Esercizi utili per potenziare la memoria stanno anche nel collegare le informazioni, nel non essere dispersivi e nel trovare un nesso logico utile a dare un senso a tutto quello che si acquisisce. Senza ombra di dubbio, il miglior modo per allenare la propria memoria resta quello di sfidare se stessi: imparare una nuova lingua, apprendere le regole di un nuovo sport, interessarsi ad una nuova disciplina, tutto ciò che ci rende davvero liberi e non più soltanto schiavi di una routine che annichilisce il cervello, senza permettergli di fare quel salto di qualità che tanto ci attendiamo dalla corteccia che lo riveste.