Negli ultimi anni vi sono state fatte molte scoperte in ambito medico che hanno portato a dei progressi nella cura e nella terapia di patologie che hanno spesso un impatto devastante nella vita dei pazienti, ci riferiamo in particolare alle malattie oncologiche. Ed in effetti quella ai tumori si potrebbe definire la sfida più importante per la medicina moderna. Nonostante i progressi compiuti difatti vi sono ancora molte persone nel mondo e anche nel nostro paese che continuano a morire di questo male, soprattutto quando la diagnosi è tardiva e quindi non vi è la possibilità di ricorrere alle cure tempestivamente.

Tuttavia in questo articolo nel darvi conto dei passi in avanti della ricerca nella cura di patologie quali i tumori, vi parliamo di un trattamento sperimentale, il primo effettuato in Italia, su un bambino di 5 anni affetto da leucemia linfoblastica acuta che è stato curato con una terapia genica che ha potenziato il sistema immunitario per permettergli di riconoscere e quindi eliminare le cellule tumorali. Ma andiamo a considerare più nello specifico questa scoperta.

Immunoterapia: la nuova frontiera per la cura dei tumori

Il bambino è stato sottoposto a questa terapia genica presso l'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma. In sostanza i ricercatori sono riusciti a manipolare per via genetica le cellule del sistema immunitario per renderle capaci di riconoscere le cellule leucemiche e quindi di aggredirle.

Ma come ci sono riusciti? Intanto i ricercatori hanno utilizzato la terapia genica o immunoterapia che è la frontiera più promettente nell'ambito della lotta ai tumori. I medici hanno proceduto al prelievo dal piccolo paziente dei linfociti T, cellule altamente specializzate del sistema immunitario, quindi li hanno modificati geneticamente tramite un recettore chimerico precedentemente sintetizzato in laboratorio.

Nello specifico si tratta di un recettore chiamato Car, sigla che sta per Chimeric Antigenic Receptor, che è in grado di rendere più efficace l'azione dei linfociti, che quando vengono reinfusi nel paziente sono in grado di scovare e di eliminare tutte le cellule tumorali presenti nel sangue e nel midollo.

Leucemia in remissione

Per il bambino di 4 anni si è trattato dell'unica terapia ancora disponibile, in quanto nonostante la chemioterapia e il trapianto di midollo osseo la malattia si era ripetuta. A distanza di un mese dall'infusione delle cellule riprogrammate, i medici hanno fatto sapere che le condizioni del piccolo paziente sono buone, pertanto è stato dimesso dall'ospedale. Franco Locatelli, che è direttore del dipartimento di Oncoematolgia pediatrica, terapia cellulare e genica dell'ospedale Bambin Gesù afferma che è ancora presto per poter parlare di guarigione definitiva, tuttavia al momento il bambino non ha più cellule leucemiche nel midollo per cui la patologia si può considerare in remissione.