Un gruppo di ricercatori dell'Università della Pennsylvania a Filadelfia ha appena pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications i risultati di uno straordinario esperimento che dimostrerebbero come la stimolazione elettrica della zona cerebrale nota come corteccia temporale laterale può migliorare nettamente le capacità di memorizzazione delle informazioni da parte dell'individuo. Ma questa stimolazione deve essere eseguita in un ben preciso momento. Per tale motivo è stato sviluppato un sofisticato algoritmo in grado di determinare con estrema precisione quale sia questo momento.

Ma cerchiamo di entrare maggiormente nel dettaglio.

Gli studi sulla memoria

La memoria umana e la possibilità di accrescerla e potenziarla sono oggetto di studio da tempi antichissimi. Solo per fare un esempio si dice che Marco Tullio Cicerone, il grande letterato latino, sia stato l'ideatore del, cosiddetto, metodo dei loci, una tecnica di memorizzazione per associazioni.

Più recentemente, diversi studi sulla memoria a breve termine o episodica hanno evidenziato un deficit di trasmissione delle informazioni dai vari organi di senso verso l'ippocampo, la parte del cervello, situato nel lobo temporale, deputato alla trasformazione della memoria a breve termine in memoria a lungo termine, cioè quello che noi chiamiamo ricordo.

Ecco, quindi, il motivo alla base dell'esperimento condotto dagli scienziati americani.

L'esperimento statunitense

I ricercatori statunitensi hanno cercato, attraverso la stimolazione elettrica, di colmare il deficit di trasmissione delle informazioni potenziando l'attività dell'ippocampo e delle altre aree del lobo temporale.

Già in precedenza, infatti, la stimolazione elettrica ottenuta impiantando dei piccoli elettrodi nel cervello è stata utilizzata per cercare di rimediare, ad esempio, alla disfunzione motoria causata dal morbo di Parkinson. Comunque, fino ad oggi i risultati di questa pratica erano stati piuttosto variabili. Nuovi studi, comunque, hanno dimostrato che la stimolazione elettrica migliora i risultati se viene somministrata in una precisa finestra temporale.

Per applicare questo concetto al potenziamento della memoria, i ricercatori americani, guidati dal Dottor Michael J. Kahana hanno registrato l'attività cerebrale di 25 soggetti, affetti da epilessia, mentre questi leggevano un elenco di parole che poi avrebbero dovuto ripetere. È stato, quindi, sviluppato un particolare algoritmo in grado di segnalare anticipatamente se il soggetto sarebbe stato in grado di ricordare o meno la parola. Hanno, quindi, collegato gli elettrodi all'algoritmo in maniera tale che si attivassero solo quando veniva previsto che il soggetto non avrebbe ricordato il termine. Questo ha permesso di migliorare le capacità di memorizzazione dei soggetti di oltre il 15%.

Dato che, hanno spiegato i ricercatori, l'ippocampo si trova nella zona superficiale del cervello, questa scoperta apre la possibilità di utilizzare tecniche meno invasive per monitorare e stimolare determinati circuiti cerebrali. Di conseguenza, la tecnica potrà essere applicata anche a pazienti affetti da particolari malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer.