Lo Stato Sociale, la band bolognese nata nel 2009, si è presentata per la prima volta al Festival della musica italiana. Avevano promesso ai loro fans di arrivare ultimi ed invece si sono aggiudicati il secondo posto con la loro canzone ‘’Una vita in vacanza’’. Canzone dal testo semplice e orecchiabile e che invece nasconde alcune delle più profonde paure dei giovani oggi. Le domande che pongono pungono sul vivo un'intera generazione: "Fai l’estetista e fai il laureato, E fai il caso umano, il pubblico in studio, Fai il cuoco stellato e fai l’influencer, E fai il cantautore ma fai soldi col poker, Perché lo fai?

"

Molte volte è difficile rientrare all’interno delle etichette che la società ci impone, soprattutto in un mondo dove ormai, è il lavoro che fai a dire il tipo di persona che sei. E così l’economista è automaticamente uno squalo, gli ingeneri perderanno i capelli, gli psicologi sono comunisti, gli insegnanti sono pazienti e i medici non sanno scrivere. Infine, ma non meno importante, piuttosto il contrario: i laureati sono precari. Ma qual è il prezzo del precariato sulla nostra salute?

Differenza tra precariato e flessibilità lavorativa

Con il termine precariato si indica l’insieme delle persone che vivono in una condizione lavorativa di generale incertezza che si protrae per un tempo non determinato.

I precari vivono, quindi, in una condizione di mancanza di continuità del rapporto lavorativo con una conseguente incertezza sul futuro e una mancanza di reddito continuo.

Non è da confondere con la flessibilità lavorativa. In linea teorica in Italia quest'ultima e il precariato sono due fenomeni diversi e, per questo, non sovrapponibili e assimilabili; tuttavia, sono accumunate da forme contrattuali atipiche.

La mobilità o flessibilità lavorativa consente al lavoratore di costruire una propria indipendenza nel campo del proprio lavoro: quindi la persona pur essendo mobile continua a rimanere all’interno di uno stesso settore o ente. Al contrario, il precariato può estendersi su più “fronti'' e in maniere molto diverse. Non la si percepisce come una relativa libertà, quanto piuttosto come una situazione dalla quale si vorrebbe uscire, senza riuscirci.

Conseguenze psicologiche del precariato

Le conseguenze del precariato possono essere stress, ansia, frustrazione, insonnia e depressione. Questi sintomi vengono raccolti all’interno della definizione della "sindrome del precario". A delineare questa definizione è Paola Vinciguerra, presidentessa dell’Eurodap, ovvero l'"Associazione europea Disturbi da Attacchi di panico" e direttrice dell’Uiap (Unità italiana attacchi di panico). Le persone che soffrono di questo disturbo tendono a passare le notti insonni, e sul posto di lavoro persistono ansia e fibrillazione, dovuti appunto all’incertezza della situazione nel suo complesso.

Abbastanza prevedibilmente, l’idea che ogni giorno lavorativo possa essere l’ultimo porta a vivere con ansia e frustrazione il presente.

I lavoratori precari diventano presto paranoici nei confronti del loro datore di lavoro che viene visto come un nemico. Anche lo stesso luogo di lavoro diventa fonte di stress: da molti lavoratori è stato paragonato a un campo di battaglia o a un palcoscenico.

Una volta a casa le cose non migliorano, i sentimenti negativi che si sono repressi durante la giornata devono trovare il loro sfogo e i primi a risentirne sono i famigliari degli stessi lavoratori precari. La paura di perdere il proprio posto di lavoro dà luogo a sentimenti negativi e ad un’alta competitività: il pensiero di essere migliori degli altri è una forma di autodifesa.

A causa della larga diffusione di questo fenomeno l’Eurodap ha progettato un nuovo protocollo di intervento l’Istant Theraphy una sorte di terapia con la prime tre sedute gratuite.

Come reagire al fenomeno e alle sue conseguenza

Purtroppo non esiste una soluzione immediata a questo fenomeno. Anche se Lo Stato Sociale avesse vinto il Festival di Sanremo, un cambiamento repentino ed efficace non sarebbe stato possible. Mantenendo una visione un poco realista, anche dopo le elezioni del 4 marzo la situazione difficilmente cambierà. Il clima di precariato nel quale viviamo è il risultato di anni di progresso, quindi è ben radicato nella società e soprattutto nella forma che ha preso.

Non per questo dev'esser fonte di sconforto. Lodovico, il cantante de Lo Stato Sociale, in uno dei suoi concerti diceva "Molto spesso la vita è questa qua, cioè fai tanta fatica per volare e poi rimani sospeso in un posto che non sai dove cavolo sei.

È per questo che ha senso uscire, trovarsi insieme nei posti, confrontarsi. Perché così capisci qual è la tua storia insieme agli altri. Io non ho mai creduto in Dio e non sono capace di morire per dio però nella libertà io ci credo da morire. Anche solo di uscire, anche solo di andare a un concerto anche solo di dire di fronte a tutti voi che nessuna guerra verrà mai fatta in mio nome’’. Perché in fondo a volte è difficile, a volte ci si sente persi e ci si sente impacchettati dentro un’etichetta o dentro quello che gli altri dicono di noi. Molto spesso l’incertezza del domani soffoca, ti blocca, però in fondo siamo liberi, comunque liberi di decidere chi essere, che tipo di persona diventare.