L'analisi effettuata sul DNA di alcuni fossili di quello che dovrebbe essere un esemplare di Homo Sapiens, risalente a circa 9 mila anni fa, ha portato ad una scoperta sorprendente che potrebbe rivoluzionare lo stesso concetto di razza che, sopratutto nell'ultimo periodo, ha visto un revival delle teorizzazioni più estremistiche. I resti analizzati sono quelli rintracciati all'interno della grotta di Gough, nella Gola di Cheddar, nella Contea di Somerset, e conosciuti come Uomo di Cheddar. Questi vennero portati alla luce ai primi del XX secolo, esattamente nel 1903.

I risultati delle analisi

Fino ad oggi diversi evoluzionisti avevano avallato l'ipotesi che i nostri progenitori avessero perso la loro colorazione scura a seguito di successivi adattamenti circa 45 mila anni fa. Ma ora questa spiegazione deve essere rivista, anche se alcuni fanno notare come la colorazione degli occhi chiara sia un primo segno indicatore dell'evoluzione in atto. Di conseguenza gli scienziati evoluzionisti hanno riformulato l'ipotesi in base alla quale la carnagione chiara si sia sviluppata solo successivamente con l'adozione da parte dei nostri antenati di un economia stanziale prettamente di tipo agricolo.

I commenti degli studiosi

Il Dottor Tom Booth, ricercatore presso il Museo di Storia Naturale di Londra, fa notare come questi risultati ci fanno capire che la popolazione, che nel lontano passato viveva alle nostre latitudini, non dovesse necessariamente avere le stesse caratteristiche fisiche particolari di quella odierna.

Secondo gli studi effettuati sui resti, gli scienziati hanno ipotizzato che l'Uomo di Cheddar avesse circa 20 anni al momento del decesso e che fosse alto circa 166 centimetri. Inoltre, viveva prevalentemente di caccia e dei frutti che crescevano spontaneamente dalla terra. Secondo le stime effettuate, si ipotizza che gli attuali anglosassoni abbiano ereditato solo il 10% circa del patrimonio genetico dell'Uomo di Cheddar.

infatti, gli antichi abitanti dell'Inghilterra sarebbero stati, successivamente, soppiantati da altre popolazioni provenienti dal Continente europeo. Infatti, si pensa che la Gran Bretagna, a quel tempo, fosse collegata a questo tramite un'area, ora sommersa dal Mare del Nord, denominata Doggerland. Questi, come accennato, sarebbero stati dediti all'agricoltura e avrebbero assorbito al loro interno gli autoctoni. Ulteriori scoperte potranno sicuramente diradare maggiormente la nebbia delle ipotesi.