Negli ultimi anni la medicina ha compiuto molti passi in avanti, soprattutto in ambito diagnostico. Al giorno d'oggi i medici dispongono di tecniche ed esami sempre più sofisticati per arrivare alla diagnosi di molte patologie. Tali strumenti si stanno rivelando preziosi per quanto riguarda la diagnosi delle patologie tumorali. Per aumentare le chance di sopravvivenza del paziente oncologico è fondamentale diagnosticare il tumore in tempi rapidi, in modo da poter intraprendere le cure necessarie nel più breve termine possibile. In questo senso un'importante novità arriva dai ricercatori della Cleveland Diagnostics, che hanno messo punto un nuovo test del sangue che può considerarsi maggiormente attendibile rispetto al tradizionale test del Psa che viene utilizzato per misurare il rischio di tumore alla prostata.
Ma andiamo a considerare più nello specifico i risultati di questa ricerca.
Il nuovo test utilizzato dai ricercatori
Il nuovo test messo a punto dai ricercatori si chiama IsoPSA ed è stato presentato nel corso del meeting annuale della American Urological Association a San Francisco. La novità sta nel fatto che, mentre nell'esame standard si misura la concentrazione del Psa nel sangue, il nuovo test è in grado invece di rilevare eventuali cambiamenti nella struttura molecolare dell'antigene prostatico, ovvero del Psa stesso. Il test che è in grado di rilevare la concentrazione delle diverse strutture della molecola del Psa può discriminare con attendibilità se questi cambiamenti nella forma strutturale della proteina possano essere messi in relazione allo sviluppo di una patologia tumorale.
In effetti, dato che non sempre valori alterati del Psa indicano necessariamente la presenza di un cancro, l'utilizzo di questo tipo di esame potrebbe rivelarsi molto utile sia nel caso di tumori erroneamente diagnosticati, sia per evitare il trattamento di quelli di natura benigna. Ma cos'è il Psa e a cosa serve?
Psa: è utile per diagnosticare il tumore della prostata?
L'esame per la misura del Psa (antigene prostatico specifico) è stato approvato dalla Fda americana (Food and Drug Administration) negli anni 90'. Tuttavia riguardo alla sua attendibilità per la diagnosi di un tumore alla prostata negli ultimi anni sono stati avanzati dei dubbi, in quanto eventuali valori alterati potrebbero indicare non necessariamente un tumore, ma una iperplasia benigna oppure una infezione. Pertanto assieme al Psa vanno considerati altri elementi, quali l'età del paziente, la sua storia clinica e la presenza di eventuali fattori di rischio.