Il sonno è argomento di ricerche e studi da decenni e ha deciso di tornare più interessante che mai. Curare il sonno non è importante solo per la nostra salute, difatti la mancanza o la privazione di esso porta a svariate complicazioni, ma anche per risolvere i diversi problemi che la vita quotidiana ci propone.

L'ultimo studio su sonno e fase Rem

La dottoressa Lewis ci invita a giocare con lei "Prendete sei stuzzicadenti e fate quattro triangoli equilateri, se dopo svariati tentativi e ore non riuscite a risolvere il puzzle sarà meglio concedervi una pennichella e riprovateci dopo il vostro risveglio.

Dopo aver dormito è probabile che la vostra riorganizzazione cognitiva vi porterà la soluzione su un vassoio d'argento. L'alternarsi delle due fasi è un perfetto meccanismo di riorganizzazione della conoscenza, perfetto per la scoperta di nuove soluzioni."

La dottoressa Lewis, professoressa alla Cardiff University School of Psychology, ha condotto la ricerca insieme a tre ricercatori e ha pubblicato un articolo sulla rivista Trends in Cognitive Sciences

Negli ultimi giorni è stata sviluppata una nuova teoria dalla ricercatrice Penny Lewis che ha come soggetto dello studio l’alternarsi delle fasi NON-REM del sonno con la fase REM; ha difatti dimostrato la stimolazione della creatività dopo una bella pennichella.

Questo processo rappresenta un meccanismo praticamente perfetto per la riorganizzazione della conoscenza e la creazione di nuove possibilità o soluzioni in casi di problemi irrisolti prima di dormire.

Vi evitiamo la traduzione spoilerandovi che lo studio rivela che le due fasi del sonno lavorano insieme al fine di aiutare il cervello costruendo collegamenti tra memorie prima non collegate tra loro.

Come avviene il tutto?

Quando ci addormentiamo entriamo nelle fasi NON-REM, uno stato nel quale il cervello riproduce i ricordi, l’ippocampo, la zona del cervello che si occupa della memoria e dell’apprendimento, disamina le informazioni contenute nella corteccia e le accumula creando degli schemi, simili a quelli che si fanno a scuola, facilitando il ricordo e l’apprendimento delle nozioni apprese il giorno prima.

Quando arriva la fase REM, fase caratterizzata da un’elevata attività dell’elettroencefalogramma e da rapidi movimento degli occhi, dal quale prende il nome (Rapid Eye Movement), si attivano svariate onde celebrali che contribuiscono alla creazione di associazioni mentali. Il tutto è qualcosa di imprevedibile che, alternato con la fase NON-REM, può favorire la scoperta di soluzioni, come prima accennato.

Gli scienziati affermano che il sonno non-REM estrae i concetti mentre la fase REM li connette, continuano dicendo che la conseguenza è che se si lavora su un problema difficile l’opportuno sarebbe concedersi abbastanza notti di sonno