La scoperta del primo retrovirus umano è avvenuta nel 1980 ed è stato un evento sensazionale. Si era già a conoscenza di retrovirus negli animali, ma vi erano dubbi che ne esistessero anche in grado di infettare l’uomo, finché non è stato trovato il T-cell leukemia virus-1 umano (HTCLV-1). Questo venne subito eclissato dalla scoperta del retrovirus HIV, il quale avrebbe in seguito ucciso più di 35 milioni di persone.
In una lettera diretta all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) 59 persone tra cui virologi, epidemiologi e sostenitori dei pazienti, chiedono uno sforzo perché HTLV-1, il quale causa cancro e altre malattie, venga sradicato in maniera globale.
Questo retrovirus si diffonde come l’HIV attraverso sangue, sperma e latte materno, viene quindi richiesto che il test e le varie strategie utilizzate per HIV vengano messe in atto anche per quanto riguarda HTLV-1. Nonostante la sua pericolosità, non è presente nella lista OMS delle malattie sessualmente trasmissibili.
Cos’è un retrovirus e come funziona HTLV-1
Un retrovirus è un virus che presenta RNA come materiale genetico e quindi, una volta entrato nella cellula bersaglio, lo trascrive in DNA tramite la trascrittasi inversa in modo da utilizzare tutti gli apparati della cellula per creare le sue proteine virali.
HTLV-1 compie tutti questi meccanismi utilizzando come cellule bersaglio i linfociti T.
Una volta prodotte le proteine virali queste vengono utilizzate per assemblare i nuovi virus. Quando si giunge a saturazione, la membrana cellulare si sfalda liberando i nuovi virus che infetteranno altri linfociti T.
Da dove deriva o dove si trova HTLV-1?
Il virus si trova originariamente nelle scimmie, di conseguenza è probabile che questo sia saltato all’uomo decine di migliaia di anni fa in Africa e che con l’inizio dei primi spostamenti questo si sia diffuso in tutto il mondo.
Gli scienziati stimano che ad oggi le persone infette siano tra 5 e 10 milioni, ma il numero reale potrebbe essere di gran lunga maggiore. Vi sono diversi “punti caldi” dove questo virus è molto presente, uno di questi è il sud del Giappone, dove circa il 6% delle donne incinte sono risultate portatrici del virus. In Giamaica e nei Caraibi circa il 6% dell’intera popolazione è portatrice del virus, parte del Brasile presenta alti tassi e milioni di africani sono infetti.
I paesi più colpiti sono quindi quelli più poveri, ma anche Europa e Stati Uniti non possono stare tranquilli. Se non vengono prevenute e controllate le infezioni il virus potrebbe continuare la sua espansione.
Le patologie
Molte delle persone infette non presentano sintomi, ma fino al 5% possono invece sviluppare leucemia delle cellule T, un cancro che uccide i pazienti dopo anche soli 8 mesi. Circa un 4% sviluppa una malattia simile alla sclerosi multipla, la paraparesi spastica tropicale. Sono state osservate anche immuno-deficienze e malattie infiammatorie di vario tipo.
Ora è stato richiesto che in ogni clinica per la Salute sessuale sia disponibile un test di routine per HTLV-1 e che le madri che si trovano nei paesi più colpiti vengano controllate maggiormente e informate dei rischi dell’allattamento.
Viene inoltre chiesto un test universale per il virus per la donazione di sangue e organi.
Una nuova attenzione per questo retrovirus avrebbe benefici molto ampi, sia per quanto riguarda la salute delle persone, sia per le nuove scoperte sul cancro a cui potrebbe portare.