La nascita del kindle nel 2008 fece fin da subito scalpore: si iniziò a parlare di "rivoluzione nel mondo dell’editoria", e tutti gli esperti del settore si ritrovarono d'accordo nell'affermare che le vendite dei libri digitali avrebbero superato quelle cartacee. Tutto ciò contribuì a generare una spaccatura già esistente tra i favorevoli e i contrari all'utilizzo del "libro digitale". Tra gli sfavorevoli ricordiamo Umberto Eco, il quale affermò: "Ci sono due tipi di libro, quelli da consultare e quelli da leggere. Questi ultimi non potranno mai essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico.

Nell'ebook io vorrei che si salvasse la possibilità di bagnarsi il dito, che è fondamentale, una soddisfazione orale che risale all'infanzia. Forse leggiamo libri perché non abbiamo più il ciuccio".

In realtà, le previsioni degli anni 2008/2010 sembrano essersi sbagliate: nel corso dell’ultimo anno, infatti, la lettura di libri di carta ha fatto segnare un +1,2%, mentre quella degli ebook ha registrato un calo del 5,6%.

Regaliamoci un libro e non un ebook

Tra i contrari all'utilizzo degli ebook troviamo anche la "Proceedings of the National Academy of Sciences" (PNAS) degli Stati Uniti, la quale denuncia da tempo che i tablet e gli e-reader emettono una luce diretta che interferisce negativamente sulla qualità del sonno.

Recentemente, un esperimento americano descritto su "Physiological Report", ha voluto paragonare il lettore da libro con quello elettronico, valutando vari parametri e soffermandosi su cosa accade nell'organismo in entrambe le situazioni. La lettura su carta stampata ha dimostrato di essere "amica del nostro sonno", aumentandone la qualità e quantità.

Al contrario, la lettura elettronica ritarderebbe l'avvento del sonno, riducendone anche il livello qualitativo.

L'esperimento

Nel corso dell'esperimento sono stati presi in esame nove adulti (sei uomini e tre donne tra i 27 e i 30 anni), giovani e sani, che per dieci giorni hanno pernottato in una sorta di "laboratorio del sonno".

I volontari nei primi 5 giorni hanno letto un ebook, mentre in quelli successivi si sono dedicati alla lettura di un libro stampato. Durante lo studio, i ricercatori si sono soffermati nel registrare - grazie a strumenti scientifici come l'elettroencefalografia - alcuni parametri cruciali nella valutazione clinica del sonno:

  • SOL (Sleep Onset Latency), latenza di addormentamento
  • WASO (Wakefullness Aftersleep Onset), durata dei risvegli notturni
  • TTS (Total Sleep Time), tempo totale di sonno
  • TBT (Total Bed Time), tempo totale a letto
  • SEI (Sleep Efficiency Index), indice di efficienza del sonno, dato da TTS/TBT.

I dati emersi non fanno altro che avvalorare l'ipotesi di partenza, confermando che il libro tradizionale vince in maniera schiacciante sul device, dimostrandosi foriero di un sonno più lungo, più profondo e più efficiente.

I volontari, nelle notti elettroniche, si addormentavano mediamente con mezz'ora di ritardo rispetto a quando leggevano un testo cartaceo, e al risveglio dichiaravano di avvertire maggiore stanchezza.

Effetto jet-lag

Sembra che la responsabile di questi risultati sia la luce emessa dai dispositivi elettronici che spegne la secrezione di melatonina, stravolge il ritmo circadiano, provocando sonnolenza, stanchezza e portando alla condizione definita di "jet-lag". I pazienti che sperimentano questa condizione lamentano anche alcuni tra i seguenti sintomi clinici: forte emicrania, impaccio motorio e sensazione soggettiva di mancato ristoro al risveglio, con tendenza all'assopimento patologico.