In natura esistono moltissimi virus e batteri. La maggior parte di questi agenti infettivi risultano innocui per l'uomo. Tuttavia, in particolare alcuni ceppi virali, possono infettare anche l'essere umano. D'altronde i virus pur disponendo di un codice genetico non sono in grado di riprodursi in maniera autonoma, pertanto possono farlo solo all'interno di una cellula ospite. Va inoltre considerato che mentre nei confronti dei batteri disponiamo di uno strumento terapeutico molto efficace, ovvero gli antibiotici, sebbene negli ultimi anni alcuni microorganismi abbiano sviluppato delle resistenze a questi farmaci, nel caso dei virus le opzioni terapeutiche risultano molto più limitate.
Soltanto per alcune categorie di questi ultimi, ad esempio l'Hiv che provoca l'Aids, ovvero l'immunodeficienza acquisita o per l'epatite C esistono dei farmaci antivirali specifici.
Organizazione mondiale della Sanità: allarme per un nuovo virus
Pertanto quando i ricercatori identificano un nuovo virus è comprensibile che si diffonda una certa apprensione nella popolazione. In questo senso nello Stato meridionale di Kerala, in India, vi sarebbero state 9 vittime causate dal Nipah, un virus presente nei pipistrelli della frutta. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità si tratta di una delle otto patologie emergenti da considerare più pericolose in assoluto. In questi casi il pericolo che si teme di più è che possa diffondersi una epidemia.
In particolare K.K. Shylaja, il ministro della sanità del Kerala, ha dichiarato di aver chiesto l'intervento da parte del governo centrale per fronteggiare quella che si potrebbe prospettare come una possibile epidemia. Al momento risultano otto i pazienti in osservazione in diversi ospedali. Allo stato attuale non esiste alcuna terapia per l'infezione causata da questo virus.
Ma cos'è il virus Nipah? Cosa ne sappiamo?
Virus Nipah: cos'è e come si diffonde
Si tratta di una malattia endemica nell'Asia meridionale. In particolare sporadici focolai epidemici si sono verificati in Malesia a Singapore, in India e Bangladesh. Il virus ha un periodo di incubazione di circa 4-20 giorni. I sintomi con cui si manifesta questa infezione sono i seguenti: febbre, malessere, cefalea, mal di gola, nausea e vomito.
Nei casi più gravi può svilupparsi l'encefalite. In oltre il 20% dei pazienti che sopravvivono all'encefalite causata dal virus si verificano dei postumi neurologici che comportano convulsioni e alterazioni della personalità. Il virus appartiene alla famiglia Paramyxoviridae. I vettori del virus sono i pipistrelli della frutta (genere Pteropus) che possono contagiare l'uomo o attraverso il contatto diretto con la saliva e gli escrementi oppure con gli alimenti contaminati. I pipistrelli inoltre possono trasmettere il virus a ospiti intermedi, ad esempio i maiali che a loro volta possono veicolare l'agente patogeno all'uomo. La terapia è soltanto sintomatica in quanto al momento non esistono trattamenti antivirali per questa malattia.