Il raffreddore rappresenta da secoli uno degli impacci più fastidiosi che l’uomo trova sul proprio percorso. E’ chiaro che non si tratta di una patologia grave, ma solo di un qualcosa di passeggero che andrebbe evitato con dei piccoli accorgimenti, ma non sempre si riesce nell’intento L’idea che possa essere trattato con una terapia innovativa sta facendosi strada negli ultimi giorni. Il pensiero nasce grazie ad uno studio che presto potrebbe aprire orizzonti impensabili.

Il raffreddore: quello che bisogna sapere

Si stima che il raffreddore colpisca mediamente gli adulti da due a tre volte l’anno.

Il dato risulta ancora più frequente nei bambini. Per quelle che sono le conoscenze attuali, una volta arrivato, non c’è modo di liberarsene. L’unica cosa che si può fare è lenirne i ben noti sintomi. La medicina fa passi da gigante ogni giorno, ma paradossalmente non è riuscita ad avere la meglio su un fastidio che si manifesta nella quotidianità. Le difficoltà sono riconducibili a vari aspetti. Ad esempio bisogna tenere in conto che il raffreddore è causato dal rinovirus, una grande famiglia di virus che comprende centinaia di varianti. Proprio per questo la vaccinazione è impossibile. Si tratta, inoltre, di virus ad evoluzione rapida ed in poco tempo sarebbero in grado di diventare resistenti nella popolazione.

Per alcuni il raffreddore è solo una complicazione di qualche giorno, per altri invece può generare complicazioni. Ed è proprio per questa categoria di persone che la scienza confida di trovare presto una soluzione. Il riferimento

Raffreddore: la molecola che dà speranza

E’ in Gran Bretagna che si sta cercando di effettuare il massimo sforzo nel tentativo di reperire una cura per il raffreddore che possa essere molto più efficace di quelli attuali.

L’obiettivo è trovare la strada vincente, cambiando il focus del problema. Allo stato attuale i rimedi che si conoscono si occupano di aggredire, per l’appunto, i sintomi, l’unica soluzione definitiva è quella di andare ad aggredire direttamente i sintomi. Lo studio che sta ampliando le speranze di tante persone è stato pubblicato “Nature Chemistry” e ha raccontato di test che potrebbero aver individuato il percorso per andare a brevettare una terapia efficace.

L’obiettivo è chiaro: bloccare tutti i potenziali ceppi del virus del raffreddore. Saranno pertanto presto avviati dei test su animali e uomo che forniranno una risposta rispetto alla possibilità che la strategia adottata sia quella vincente.

Quello che, fino ad ora, è emerso in laboratorio è che esiste una molecola (N-miristoiltransferasi o Nmt) che risiede all’interno delle cellule umane e che diventa alleata dei virus da raffreddore. Essa diventa un vero e proprio guscio per il loro genoma. C’è una molecola che si chiama Lmp-1088 e che sarebbe in grado per l’appunto di bloccare la proteina “alleata” del virus. Se confermata la bontà della tesi si tratterebbe di una scoperta rivoluzionaria dato che lo stesso principio potrebbe, eventualmente, essere utilizzata per bloccare altri tipi di virus che portano a conseguenze ben più gravi.