E' a dir poco allarmante l'immagine che emerge dai dati riportati dall'Italian Diabetes e Obesity Barometer Report e ottenuti da attente ricerche scientifiche circa l'incidenza del diabete in Italia e in particolare nella regione Sicilia. Uno scenario che riaccende i riflettori su una questione nota, ovvero la scarsa attività fisica e le cattive abitudini alimentari di alcune aree geografiche del Paese che mettono letteralmente a rischio ogni giorno la Salute dei cittadini.
Dati allarmanti: in Sicilia oltre 300 mila diabetici
Il primo dato è quello che rileva il fatto che il 6% dei siciliani, ossia oltre 300mila persone sono affette dal diabete.
A questo si aggiunge un triste primato: la Sicilia è infatti la regione italiana in cui si applicano più amputazioni di arti proprio a causa di questa malattia.
Ma perché, tra tutte le regioni italiane, proprio la Sicilia? Lo spiega il professor Enzo Provenzano, responsabile del centro regionale di Diabetologia e Microinfusori in una intervista al 'Giornale di Sicilia'. Tra i principali motivi ci sarebbero le cattive abitudini alimentari che ritroviamo, ad esempio, nel preferire il cosiddetto junk food, ossia quello dei fast food, a scapito della tradizionale e più salutare dieta mediterranea. Si abusa di farina, sale e zucchero (quelle che vengono chiamate le tre polveri bianche) e si bevono tante, troppe bevande gassate e zuccherine.
A tutto questo, se si somma una vita sedentaria e scarsa attività fisica, il risultato non può che essere una pessima condizione di salute e il terreno fertile per una diagnosi di diabete.
Allarme in tutta Italia
Ma se alla Sicilia spetta questo triste primato, c'è da dire che l'allarme diabete riguarda comunque tutta l'Italia, tanto che è già in partenza un vero e proprio percorso diagnostico terapeutico di assistenza per la gestione integrata della patologia.
Il programma partirà prima in tutte le province siciliane e poi, se portatore di risultati positivi e concreti, potrebbe essere replicato anche in altre regioni.
Tale programma prevede che il medico di base intercetti e individui i soggetti maggiormente a rischio, considerando anche la predisposizione genetica e l'eventuale presenza in famiglia di casi analoghi.
Una volta registrati, i pazienti vengono seguiti dallo stesso medico di base o da specialisti in ospedale a seconda del livello della malattia o del rischio effettivo a seconda del loro caso specifico. I controlli prevedono il livello di emoglobina glicata ogni 3 mesi, i reni ogni 6 mesi e gli occhi una volta l'anno.