Che le noci - così come altra frutta secca con guscio - facciano bene, se mangiate più volte alla settimana in quantità moderata, era già noto da tempo. Ma finora nessuno studio aveva messo in relazione specificamente gli effetti benefici delle noci sul cuore. Ora, un vasto studio svedese è arrivato a questa conclusione: escludendo tutte le possibili variabili che uno studio di questo tipo può presentare, mangiare più volte alla settimana delle noci riduce del 18% il rischio di fibrillazione atriale.

Valutato su una coorte di oltre 60mila persone

Susanna Larsson, della Karolinska Institutet di Stoccolma, Svezia, è stata la coordinatrice di uno studio recentemente pubblicato su Heart con il titolo: “Nut consumption and incidence of seven cardiovascular diseases”. Come suggerisce il titolo, la ricerca è stata ad ampio spettro, cercando di monitorare gli effetti derivanti da un regolare consumo di noci su 7 eventi cardiocircolatori: rischio di infarto miocardico, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale, aneurisma dell'aorta addominale, stenosi della valvola aortica, ictus ischemico o emorragia intracerebrale. I risultati sono stati aggiustati tenendo conto dell’età, del sesso, delle abitudini alimentari, del reddito e di altre variabili che ne potessero influenzare il dato.

Dallo studio è emerso, in modo univoco, che non esiste alcuna relazione tra il consumo di noci e il rischio stenosi della valvola aortica, ictus ischemico o emorragia intracerebrale. Mentre è stato altrettanto evidente come un comportamento nutrizionale, che includa un regolare consumo di noci, è associabile ad una riduzione del rischio di fibrillazione atriale ed, eventualmente, alla riduzione di alcune forme di insufficienza cardiaca.

Lo studio è stato condotto monitorando per 17 anni una popolazione di 61.364 persone. I partecipanti fornivano le indicazioni sulle loro abitudini alimentari e sugli eventi cardiovascolari a cui eventualmente andavano incontro. In questo periodo sono stati registrati 7.550 episodi di fibrillazione atriale, 4.983 casi di infarto del miocardio (di cui 917 fatali), 3.782 di ictus ischemico, 3.160 di insufficienza cardiaca, 983 di aneurisma dell'aorta addominale, 972 di stenosi della valvola aortica e 543 casi di emorragia intracerebrale.

E’ la prima volta che viene dimostrata una relazione tra consumo di noci ed eventi cardiovascolari. Fatte tutte le premesse del caso, sia sui limiti che sulla significatività di uno studio prospettico di questo tipo, quello che è emerso è una relazione inversa tra consumo di noci e fibrillazione atriale. Le persone che mangiavano noci almeno tre volte alla settimana avevano un rischio di fibrillazione atriale ridotto del 18%. Sono anche emersi altre correlazioni, con il rischio di infarto del miocardico “non fatale”, insufficienza cardiaca e aneurisma dell'aorta addominale. Ma quest’ultimi dati, dopo gli aggiustamenti del caso, non sono stati giudicati definitivi dei ricercatori. Mentre nessuna relazione è stata osservata tra il consumo di noci e rischio di infarto miocardico “fatale”, stenosi della valvola aortica, ictus ischemico o emorragia intracerebrale.

Noci, un frutto salutare

Nel 2016 un altro vasto studio, condotto da una equipe di epidemiologi ed esperti di salute pubblica dell’Imperial College di Londra e della University of Science and Technology norvegese, coordinati da Dagfinn Aune, fu pubblicato su BMC Medicine. In quel caso i ricercatori avevano condotto una meta-analisi, valutando ben 29 studi internazionali dove erano coinvolti complessivamente oltre 800 mila persone, uomini e donne. L’obiettivo dello studio era la correlazione tra un’alimentazione che prevedeva un consumo quotidiano di frutta secca in guscio e le malattie coronariche.

Le conclusioni dello studio evidenziarono come una dose quotidiana di 20 grammi di frutta a guscio (noci, nocciole e arachidi) portava ad una riduzione del 30% del rischio di avere una malattia coronarica, del 15% di un patologia oncologica e del 22% del rischio di decesso prematuro.

Con questi numeri il consiglio è quello di integrare la dieta quotidiana di un pugno di frutta secca con guscio, ovvero mandorle, nocciole, arachidi e, ovviamente, le noci.