Con i suoi 65mila addetti, 15mila nuovi farmaci in sviluppo, 7mila farmaci già in sperimentazione clinica, 31 miliardi di fatturato in produzione, 2,8 miliardi di investimenti in ricerca clinica e 700 milioni in studi, l’industria farmaceutica è ormai una realtà proiettata verso l’industria 4.0. E’ quanto ha affermato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, in occasione della quarta edizione del Festival della Scienza Medica a Bologna dal 3 al 6 maggio.

Orgogliosi di essere italiani

Nel settore farmaceutico l’Italia gioca un ruolo leader in ambito europeo.

A snocciolare i numeri di questo successo è stato il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, in un consesso dove si celebrava “Il tempo della cura” o definito anche la “Cura del tempo”. Siamo a Bologna in occasione del quarto appuntamento del Festival della Scienza Medica, un meeting che da 4 anni attira oltre 50mila scienziati e premi Nobel provenienti da ogni parte, con l’obiettivo di condividere i progressi compiuti in ambito medico-scientifico e avvicinare il grande pubblico ai progressi della medicina.

Per sottolineare il ruolo centrale dell’industria farmaceutica in questa realtà, Scaccabarozzi ha citato alcuni numeri: 15mila nuovi farmaci in via di sviluppo e 7mila in fase di sperimentazione clinica, danno l’idea dello sforzo che sta compiendo un settore impegnato a migliorare la qualità della vita e le conoscenze medico scientifiche.

Oggi, grazie proprio a questi progressi, si vive più a lungo e meglio di quanto si potesse fare solo pochi anni addietro quando tante malattie, che adesso vengono curate con successo, erano ancora senza alcuna soluzione terapeutica.

Ma l’industria è anche ricchezza per un Paese. In Italia ci sono 65mila addetti nel settore Farmaceutico, con 6mila persone (metà sotto i 30 anni) che ogni anno vengono immesse nel comparto.

Un settore che fattura 31 miliardi in produzione, 2,8 miliardi di investimenti in ricerca e 700 milioni in studi. Per vocazione, il settore farmaceutico da sempre collabora attivamente con il mondo accademico oltre ad essere inserito in una fitta rete di relazioni internazionali.

Nonostante la grande crisi finanziaria che negli ultimi 10 anni ha sconvolto molti settori produttivi, in Italia, dal 2010 l’industria farmaceutica ha continuato a crescere sia come volume di produzione che come export.

Contribuendo in modo significativo al PIL del paese.

Una società in rapida evoluzione

I progressi che vengono compiuti in tutti i campi viaggiano ad una velocità impressionante, così come i tanti dati generati. A questo non si sottrae il comparto farmaceutico, basti pensare che una nuova ricerca può generare nuove terapie che diventano disponibili in meno di dieci anni. Affinché tutto questo possa essere messo a sistema in modo efficiente, sono necessari banche dati e nuovi sistemi di interpretazione, i cosiddetti Big Data.

Tutto questo è importante perché la velocità con cui circolano e si diffondono le informazioni è tale che le notizie accreditate coesistono con le cosiddette “fake news”, vedi caso vaccini e i “no-vax”.

Poter disporre di dati consolidati e certificati è l’unico argine alle varie speculazioni antiscientifiche.

Anche il rapporto tra medico e paziente sta cambiando. Da una parte pazienti sempre più informati e meno disposti ad assecondare passivamente i consigli del proprio medico, dall’altra dei medici che, secondo alcune indagini americane, dedicano alla “visita” del paziente tra i 15 e i 18 minuti. Meno di quanto si sta da un barbiere o dal parrucchiere.

Al festival si è discusso anche di questo, e di come il sistema sanitario italiano, nonostante le tante criticità, si mantiene ancora a livelli competitivi. Ma tutto cambia e quello che ora crediamo sia un punto di arrivo altro non è che un nuovo punto di partenza verso traguardi lontani che poi così lontani non sono. Telemedicina, intelligenza artificiale, diagnosi precoce, invecchiamento, farmaci personalizzati, ecc.