Sono ben 13 sinora i cittadini scandinavi (svedesi e norvegesi) colpiti nel corso degli ultimi mesi, da un batterio particolarmente resistente alle cure; i batteri, come noto, sono microrganismi piccolissimi con dimensioni nell'ordine del millesimo di millimetro non visibili ad occhio nudo.

Tutti i pazienti colpiti da questo batterio, che desta particolare preoccupazione per la sua forte resistenza alle cure antibiotiche, lo hanno contratto durante una loro degenza nell'ospedale di Gran Canaria, una delle isole delle Canarie, da sempre tra le mete turistiche maggiormente gettonate.

Le analisi genetiche hanno certificato che i pazienti hanno contratto il batterio denominato Klebsiella pneumoniae St392, noto alla comunità medico scientifica anche per il fatto che di solito si contrae proprio all'interno di strutture sanitarie.

Allarme dell'Ecdc per un potenziale rischio epidemia

L'Ecdc (Centro Europeo per il controllo delle malattie), invita a non sottovalutare il problema sanitario legato a tale batterio, ciò sopratutto perché esisterebbe un potenziale rischio di propagazione dello stesso nel resto dell'Europa.

Il rischio, legato ad una possibile sottovalutazione del fenomeno da parte delle autorità sanitarie, sarebbe dovuto al fatto che i turisti contagiati, tornando nei loro paesi, potrebbero essere ricoverati negli ospedali senza che vengano adottate le necessarie misure di prevenzione.

La probabilità di contagio è ritenuta bassa, specie per chi non entra in contatto con la struttura sanitaria focolaio del contagio. L'Ecdc mette comunque in guardia gli enti sanitari europei sul potenziale rischio di diffusione di focolai epidemici.

Tale rischio sarebbe dovuto principalmente a quei casi in cui il contagio, non correttamente diagnosticato, potrebbe determinare il ricovero dei pazienti negli ospedali dei loro paesi d'origine senza la dovuta profilassi.

Rischio epidemia legato anche all'elevato numero di turisti

A preoccupare è anche l'alto numero di turisti che ogni anno affollano l'isola Gran Canaria che fa si che vi sia il rischio concreto di una vera e propria epidemia proprio per il movimento dei pazienti contagiati da un paese all'altro.

Per tali motivi l'Ecdc suggerisce agli ospedali di tutti i paesi europei di porre in essere verifiche accurate al momento del ricovero, ponendo particolare attenzione all'itinerario turistico dei pazienti ed ai nosocomi dove essi sono stati ricoverati precedentemente.

Il suggerimento da parte del Centro Europeo per il controllo delle malattie è di sottoporre ad accurati controlli sanitari, tutti coloro che nel corso dei 12 mesi, antecedenti il ricovero, sono stati o sono stati ricoverati in località a rischio, al fine di prevenire la diffusione del batterio.