La percentuale degli obesi nel mondo si è quasi triplicata tra il 1975 e il 2016, raggiungendo i 650 milioni, tanto che l’obesità è stata classificata dalla World Health Organization (WHO) come pandemia, accompagnata a vari disordini metabolici (aumento della massa grassa, disfunzione endoteliale, dislipidemia, ipertensione, aterosclerosi e insulino resistenza).

Alla fine di giugno 2018 è stato pubblicato uno studio clinico sulla rivista Food and Function, condotto presso l’Istituto di Ricerca Biomedica di Alicante (Spagna), su 54 soggetti in sovrappeso/obesi che hanno ricevuto estratti dalle piante Hibiscus sabdariffa (HS) e Lippia citriodora (LC).

Dopo due mesi di trattamento i pazienti mostravano significativa perdita di peso, attenuazione della pressione arteriosa e percezione di benessere generale.

Gli estratti delle piante (3.5% di antocianine e 15% di verbascoside) erano in grado di modulare i marcatori plasmatici dell’appetito nei pazienti trattati: si osservava un incremento degli ormoni anoressigenici (GLP-1) e una diminuzione degli ormoni oressigenici (grelina) che innalzavano la sensazione di sazietà.

Questi nutraceutici (sostanze naturali), dunque, abbinati a dieta ed esercizio fisico, sono capaci di supportare il processo di dimagrimento e mantenimento del peso raggiunto.

Obesità e fame

Sono tre le ragioni per l’avvio all’obesità: iperfagia (aumento della sensazione di fame), eccesso di assunzione di alimenti a fronte di una spesa energetica inferiore, attivazione di meccanismi cellulari a favore della conservazione di grasso.

L’obesità viene trattata con un insieme di interventi dietetici (restrizione calorica, esercizio fisico e supporto psicologico) per ridurre il peso e migliorare il metabolismo ossidativo; tuttavia è difficile mantenere queste strategie nel lungo termine.

I pazienti che seguono una dieta ipocalorica, infatti, dopo un po’ di tempo hanno una fame maggiore, perché il segnale di privazione dei nutrienti viene inviato all’ipotalamo che aumenta l’ormone grelina, stimolante dell’appetito; il risultato è l’abbandono della dieta e il recupero di peso.

Trattandosi di una patologia complessa, oltre alla chirurgia bariatrica in casi di obesità grave, fanno parte del progetto di azione preventiva e di controllo sviluppato dalla WHO gli interventi nutrizionali associati ai nutraceutici.

Studio clinico

I soggetti reclutati avevano un’età compresa tra 30 e 75 anni e un BMI (indice di massa corporeo) attorno a 30 (sovrappeso/obesi).

Un gruppo assumeva una capsula con 500 mg di LC (35%)-HS (65%) al giorno e l’altro gruppo solo un placebo, 20-30 min prima della colazione per due mesi; entrambi facevano attività fisica giornaliera (camminavano per almeno 30 min al giorno) e seguivano diete isocaloriche (stesso contenuto di calorie).

Pressione arteriosa, peso, altezza, massa grassa, circonferenza addominale, sensazioni di fame e sazietà venivano rilevati al tempo 0, dopo 30 e poi 60 giorni di intervento.

I partecipanti evidenziavano una riduzione dell’appetito e una minore attrazione per grassi, dolci, alimenti salati rispetto al gruppo placebo, oltre a perdere massa grassa e a sentirsi meglio durante tutto il trattamento.