Un quarantenne monturanese (nelle Marche in provincia di Fermo) è stato punto da un insetto e dopo qualche giorno ha iniziato a manifestare un forte senso di spossatezza oltre che un visibile arrossamento della pelle attorno alla zona punta. Dopo essersi recato al Pronto Soccorso gli è stata diagnosticata una malattia generata dal virus del Nilo occidentale (West Nile virus); dovrà guarire da un’anemia e dall’insufficienza renale. Il giorno dopo, il reparto di allergologia ha confermato la diagnosi. Fortunatamente l'uomo è riuscito a salvarsi ma non sono rari i casi di decesso.
Questa nuova malattia ha iniziato ad espandersi sempre di più nel nostro territorio e complice il clima torrido che permette la proliferazione di zanzare il pericolo di contagio aumenta. Dall'Africa i virus trovano terreno fertile in Italia e non esistendo un vaccino in grado di preparare il sistema immunitario ci si affida alle cure post contagio. Stiamo riscoprendo virus importati spesso tramite piccoli animali/parassiti che si insediano nei mezzi di trasporto come navi, aerei e container. Fu proprio così infatti che arrivò la zanzara tigre in Italia, oggi perfettamente integrata nel nostro habitat. La febbre del Nilo occidentale è una malattia virale causata dal virus del Nilo occidentale (West Nile Virus); in West Nile (Uganda) si sono avute notizie per la prima volta nel 1937 quando la malattia è stata diagnosticata ad una donna che soffriva di febbre alta.
Dal continente africano la diffusione si è estesa anche nel resto del mondo tra cui in Italia dove ogni anno aumentano i casi di contagio che inibiscono le donazioni di sangue nei luoghi coinvolti a scopo precauzionale.
Contagio
Il virus West Nile viene solitamente trasmesso attraverso la puntura delle zanzare ma può essere veicolato anche da altri parassiti.
I contagi si verificano maggiormente nel periodo estivo a causa della maggiore presenza di questi "veicolatori di malattie". La febbre del Nilo può contagiare non solo l'uomo ma anche gli animali ed in particolare gli uccelli migratori responsabili della diffusione del virus nel mondo.
Trattamento
Siamo nel 2018 e purtroppo non esiste alcun trattamento sanitario specifico in grado di ridurre la possibilità di contagio mentre vengono di norma usati farmaci per alleviare i sintomi tipici della malattia. Le ricerche proseguono per cercare di sviluppare un vaccino in grado di contrastare questo pericoloso virus.