Secondo una ricerca che mira a capire come il nostro corpo risponde al sempre più comune modello di lavoro a turni, al jet lag e alla fatica, anche solo una notte di sonno perso potrebbe rendere più deboli e portare a un più alto rischio di obesità. Diversi studi hanno dimostrato che infermieri, piloti e operai che hanno lavorato per anni in turni di notte sono a più alto rischio di malattie cardiache, diabete e cancro, ma come il cambiamento si verifica è meno ben documentato.
Studi di ricercatori svedesi: dormire poco e male farebbe aumentare la massa grassa
Attualmente una squadra di ricercatori svedesi ha mostrato come una singola notte di sonno perso accenda i geni grassi - tessuto adiposo - che aumentano la capacità del corpo di immagazzinare il grasso e sono implicati nel diabete di tipo 2. Hanno anche registrato l'effetto opposto nel tessuto muscolare, dove le proteine complesse - i mattoni del muscolo - hanno iniziato a scomporsi in forme più semplici.
Negli ultimi cinque anni gli impiegati in lavori notturni in Gran Bretagna sono aumentati da oltre 260.000 a 3,2 milioni di persone, ed è per questo che molti studiosi si impegnano per indagare sulla turnazione del lavoro e sulla perdita di sonno che questo comporta, situazioni sempre più comuni ai giorni nostri.
"Riteniamo che i nostri nuovi risultati dello studio forniscano prove su come la perdita cronica di sonno e il lavoro a turni possano aumentare il rischio di obesità e diabete di tipo 2, riducendo allo stesso tempo la massa muscolare", ha riferito il dottor Jonathan Cedernaes dell'Università di Uppsala in Svezia, autore principale dei risultati della ricerca.
"L'Occidente soffre di privazioni croniche del sonno", afferma il vincitore del premio Nobel, che poi aggiunge "abbiamo anche trovato prove che questo potrebbe essere collegato ai cambiamenti nell'orologio circadiano, che è noto per regolare i ritmi delle 24 ore giornaliere e di come questi tessuti chiave utilizzino il combustibile metabolico e rispondano agli stimoli".
Lo studio, pubblicato su Science Advances il mercoledì, fornisce alcune delle prime prove sul fatto che interrompere i cicli del sonno può influenzare direttamente i processi metabolici del corpo e portarebbe a rischi per la Salute a lungo termine, anche se i risultati devono ancora essere replicati in studi futuri.
Il test effettuato su 15 pazienti sani per confermare la teoria
Per testare la loro teoria i ricercatori hanno reclutato 15 volontari sani, prelevando campioni di sangue, muscoli e tessuto adiposo dopo una notte di sonno normale e dopo una notte in cui erano stati tenuti svegli, per simulare un turno notturno. I tempi dei pasti, i modelli di esercizio e l'illuminazione sono stati mantenuti gli stessi in entrambi i giorni.
Uno dei test condotti dai ricercatori ha esaminato la metilazione del DNA nei tessuti - il processo che attiva sezioni del codice genetico che programmano determinati compiti cellulari. L'analisi ha mostrato che, dopo la disgregazione del sonno, la metilazione è aumentata in sezioni del DNA delle cellule del tessuto adiposo che sono note per essere collegate alla conservazione del grasso. Nel tessuto muscolare, invece, si è registrata una diminuzione dell'attività dei geni legata al mantenimento dei muscoli, che ha portato le strutture ad abbattersi da sole - un processo noto come catabolismo.